Tre ragazzi aggrediti a Bolzano, si indaga su agguato neofascista

Sono stati identificati due dei presunti autori dell'aggressione a sfondo politico avvenuta martedì sera nel centro di Bolzano ai danni di tre giovani militanti di sinistra. Si tratta di frequentatori della locale sezione del movimento neofascista Casapound, informa la questura. «una vile aggressione che non rimarrà impunita», afferma il questore di Bolzano Lucio Carluccio. Sono in corso ulteriori accertamenti da parte della Digos per l'identificazione degli altri componenti del gruppo di aggressori, che a quanto pare erano otto.

I tre ragazzi rimasti vittima dell'aggressione, avvenuta in corso Libertà, avevano denunciato di essere stati accerchiati da un gruppetto di giovani definitisi di destra che avrebbero picchiato uno di loro, prendendolo a calci e pugni.

Il presidente dell'Anpi (Associazione partigiani) Orfeo Donatini «condanna fermamente l'aggressione premeditata» e «nell'esprimere piena solidarietà alle vittime della violenza», richiama «la necessità per tutte le istituzioni, le forza dell'ordine e la magistratura di un'azione immediata per assicurare i responsabili alla giustizia e perché fatti del genere non abbiano a ripetersi».

A questo proposito il presidente dell'Anpi sottolinea «l'analogia con recenti fatti accaduti anche a Trento e in altre parti del Paese che confermano la pericolosità dei gruppi neofascisti e richiamano tutti a non abbassare mai la guardia, in particolare, in vista delle prossime elezioni comunali e delle celebrazioni per il 70° anniversario della Liberazione».

Sinistra ecologia libertà esprime la sua «ferma condanna per la vile aggressione ai danni di tre giovani di sinistra compiuto da una squadraccia neofascista di almeno otto picchiatori: non si è trattato di una rissa o di uno scontro casuale, ma un agguato premeditato con la precisa volontà di cogliere di sorpresa e di pestare violentemente tre giovani inermi che stavano semplicemente facendosi i fatti loro».

«Evidentemente - prosegue la nota del partito - le vicine elezioni e qualche legittimazione concessa con leggerezza ai gruppi neofascisti da alcuni ambienti politici rischiano di creare il clima adatto per provocazioni e atti violenza chiaramente finalizzati ad alimentare la tensione».

Anche il partito democratico di Bolzano reagisce con fermezzas, esprimendo solidarietà e vicinanza ai tre giovani militanti di sinistra aggrediti e malmenati". A dichiararlo è Sergio Bonagura, coordinatore cittadino: «Condanniamo con forza il vile gesto squadrista di stampo fascista. Una violenza politica pianificata che deve essere stroncata sul nascere senza se e senza ma. Confidiamo nel lavoro delle forze dell'ordine e nella sensibilità di tutte le istituzioni e di tutte le forze poltiche per evitare pericolose derive. Il confronto politico, anche se a volte assume toni aspri, non deve mai cedere alla violenza. Tutti in tal senso dobbiamo dare il buon esempio nel rispetto della democrazia e della convivenza civile».

Il movimento Cinque stelle parla di «violenza stupida, inaccettabile che condanniamo con forza». Nel condannare l'accaduto, osserva: «La politica può vivere momenti di grande nobiltà e - purtroppo - altri di meschine bassezze: speriamo che questo rimanga un esempio isolato».

Dal centrodestra aveva subito reagito Alessandro Urzì di Alto Adige nel cuore: «Se le vicende legate all'aggressione con inusitata violenza per motivi politici denunciata da alcuni giovani bolzanini dovessero rivelarsi fondate, esprimerei immediatamente la mia più profonda solidarietà agli stessi ragazzi denunciando la gravità dell'episodi. Bolzano non può essere trascinata nel clima di frattura ideologica da cui si è liberata molti anni fa e che deve essere preservato come un patrimonio comune, di tutti i cittadini, di tutti gli orientamenti politici. È necessario fare argine comune contro ogni tentativo di giustificazione della violenza per motivi politici, laddove emergesse. Mi faccio carico sin d'ora di rafforzare a partire dalle scuole e dai luoghi frequentati dai ragazzi in età evolutiva gli strumenti di educazione civica al rispetto, che in primo piano deve essere sempre personale e quindi anche politico. Le idee si sostengono con la ragione e mai con il pugno».

La violenza neofascista preoccupa anche in Trentino. Dal novembre 2013, quando a Trento ha aperto la sede di Casapound, venti aggressioni di militanti di estrema destra a giovani antifascisti: è il numero, corredato di date di ogni episodio e relativa scheda, contenuto in un dossier dell'Osservatorio contro i fascismi del Trentino Alto Adige, gruppo legato, tra gli altri, al Centro sociale Bruno e al circuito Global Project. Nel documento casi di cronaca e responsabilità attribuite a Casapound e a Veneto Fronte Skinhead.

 

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