Val Gardena, albero su cabinovia. Soccorsi per 200 sciatori

È stata sfiorata la tragedia in val Gardena, dove un albero è caduto sulla cabinovia Ciampinoi. La fune trasportante è uscita dai rulli di un pilone.
Fortunatamente le cabine non sono precipitate a terra. Circa 200 persone, tutte illese, sono rimaste bloccate nella cabine e sono state evacuate grazie all'intervento dei soccorritori calati dagli elicotteri.

Ad abbattersi sull'impianto è stato un abete alto 40 metri, sradicato dal forte vento: il sistema di sicurezza ha subito bloccato l’impianto, evitando così conseguenze assai più serie.

Oggi, il vento soffia sulla montagne dell’Alto Adige con punte di oltre 130 chilometri orari. Gli impianti e le piste del Ciampinoi si trovano ai piedi della parete nordest del Sassolungo e sono inseriti nel circuito «Sellaronda», carosello sciistico che attaversa le tre province dolomitiche di Belluno, Bolzano e Trento, toccando le valli di Fassa, Livinallongo, Badia e Gardena.

Attorno alle 18 si è conclusa l’operazione di evacuazione della cabinovia. Le forte raffiche di vento hanno ostacolato i soccorsi e i primi tentativi di calare i soccorritori dall’elicottero dell’Aiut Alpin Dolomites con il verricello sono stati estremamente difficili e sono stati portati a termine grazie alla grande esperienza di tutta la squadra (pilota, verricellista e soccorritore) che opera sull’EC135 T3, il nuovo elicottero in servizio da poche settimane. Con l’imbrunire il vento è calato, facilitando l’operazione.

«Dal punto di vista sanitario tutto si è risolto per il meglio e non ci sono problemi», spiega Francesco Buonsante, medico d’urgenza dell’ elisoccorso Aiut Alpin. «Le persone da evacuare hanno collaborato bene durante le operazioni di recupero e una volta tratte in salvo si sono abbracciate», racconta il sanitario.

Gli sciatori rimasti bloccati nelle cabine sono stati calati a terra dai soccorritori con la corda anche da quaranta metri di altezza. In ogni cabina è stato così calato dall’elicottero un uomo del soccorso alpino oppure un vigile del fuoco. Come prima cosa hanno tranquillizzato gli sciatori, per poi proseguire con l’operazione di evacuazione.

«Sono esattamente 184 gli sciatori tratti in salvo dalla cabinovia Ciampinoi», comunica il capo dei soccorsi, Anton Musner, che ha coordinato l’intervento di un centinaio di uomini tra soccorso alpino e vigili del fuoco.
«Tutto - racconta - si è svolto alla perfezione, grazie anche alle numerose esercitazioni che svolgiamo ogni anno in primavera e in autunno, quando gli impianti sono fermi.
I turisti nelle cabine in un primo momento erano un po' spaventati, ma appena hanno sentito l’elicottero e hanno visto arrivare i soccorritori si sono calmati e hanno collaborato molto bene durante l’operazione di evacuazione.
«Abbiamo ricevuto molti complimenti e questo fa davvero piacere», ammette Muser.

«La macchina dei soccorsi ha funzionato alla perfezione», racconta uno dei sciatori tratti in salvo. «Dalla nostra cabina abbiamo visto l’albero inclinarsi e appoggiarsi sulla fune», descrive la scena un turista italiano di circa 40 anni, giunto a valle dopo essere stato calato dalla sua cabina. L’incidente è avvenuto tra il 4° e il 5° pilone dell’impianto Ciampinoi. «Non immaginavo che tutto si potesse svolgere in modo così veloce e professionale», gli fa eco un turista tedesco. «Scio da 60 anni e non ho mai visto nulla del genere», aggiunge.

Il Codacons ha commentato poco fa con una nota stampa: «L’episodio conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, le criticità del territorio italiano, che in caso di maltempo provocano danni ed incidenti di grave portata», afferma il presidente Carlo Rienzi .

«Da anni - ricorda - denunciamo la necessità di mettere in sicurezza le aree a rischio, e dopo la tragedia sfiorata oggi si rende più che mai indispensabile l’adozione di provvedimenti sul fronte del patrimonio boschivo, allo scopo di tutelare l’ambiente ed evitare il ripetersi di incidenti con conseguenze gravi per l’uomo.
Anzichè comprare inutili aerei F35, il Governo farebbe bene a destinare fondi alla salvaguardia del territorio e alla messa in sicurezza delle aree a rischio».

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