Spettacolo e convegno su Mayr-Nusser, il sudtirolese che rifiutò il nazismo

Era l’alba del 24 febbraio del 1945 quando Josef Mayr-Nusser tirò l’ultimo sospiro nel carro bestiame di un treno di condannati a morte in viaggio verso Dachau. Alla stazione di Erlangen le guardie naziste che tentarono di farlo visitare dai medici dell’ospedale dovettero ammettere che non di un traditore si trattava, ma di un uomo giusto.

Settant’anni dopo il Centro per la pace che lo ha ricordato ogni anno nel giorno della morte, ha pensato di dare una risonanza particolare all’anniversario di uno dei testimoni della coscienza antinazista forse più significativi che ci siano stati nel Novecento: «il primo vero obiettore id coscienza cattolico del nostro Paese» come l’ha definito il giornalista Paolo Giuntella o «uno degli esempi più luminosi dell’antinazismo in Europa» come l’ha descritto lo storico Pietro Scoppola.
Nel giorno della morte, il 24 febbraio alle ore 20,30 nel teatro di Gries la compagnia teatrale NewEos (voci recitanti Mara da Roit e Patrizio Zindaco, musiche originali Luca Dall’Asta), porterà in scena la prima dello spettacolo teatrale multimediale «Non giuro», che ricostruisce la vita di Josef Mayr-Nusser ispirandosi al libro di Francesco Comina «L’uomo che disse no a Hitler».

Sullo sfondo, gli anni a cavallo della Seconda guerra mondiale, con le ricadute che essi ebbero sulla popolazione della provincia di Bolzano. Nel susseguirsi di coinvolgenti situazioni, che vedranno come figura di primo piano anche la giovane moglie di Mayr-Nusser, Hildegard Straub, un tema forte sarà la realtà delle deportazioni e lo scandaloso patto fra dittatori che sancirà il periodo delle opzioni. Non mancheranno poi accenni al gruppo antinazista germanico della «Rosa Bianca», a Franz Thaler, alla figura di Federico Ozanam a cui Mayr-Nusser si era ispirato fondando una delle prime Conferenze della San Vincenzo in città.

Si racconterà la vicenda del grupo di resistenti che si riuniì sotto il nome di Andreas Hofer Bund, dove lo stesso Josef militò per alcuni anni. Saranno proiettate numerose foto originali tratte dall’archivio della Famiglia Mayr-Nusser e da altri collezionisti come Ettore Frangi­pane, l’Istituto Micurà de Rü, il Comune di Villabassa, la famiglia Thaler. Completeranno la componente visiva alcune toccanti ricostruzioni artistiche, opera dalla pittrice fassana Valeria Sarita Battel.

Sabato 28 febbraio alle 10 nella sala di rappresentanza del Comune ci sarà invece una mattinata di riflessione incentrata quest’anno sul volto femminile della resistenza e in particolar modo sui pensieri della moglie di Josef Mayr-Nusser, Hildegard Straub che è quasi sempre rimasta sullo sfondo della vicenda dell’obiettore sudtirolese nonostante la sua presenza e la sua forza siano stati fondamentali nella ricerca della verità e nel coraggio con cui Josef è riuscito ad andare fino in fondo alla decisione di rifiutare quell’idolo di nome Adolf Hitler. Le lettere a Hildegard dalla prigionia sono una delle pagine pià commoventi della vicenda di Mayr-Nusser.

Già qualche giorno prima del rifiuto del giuramento alle Ss (4 ottobre del 1944) Josef scrive una lettera a Hildegard confidando nel suo sostegno e nella sua comprensione: «Carissima Hildegard, una preoccupazione affliggerà anche te da quando sai che presto servizio nelle Ss. Non ho dubitato un attimo su come mi comporterei in una simile situazione e tu non saresti mia moglie se ti aspettassi qualcosa di diverso da me. La coscienza di ciò, carissima sposa, questa spontanea concordanza riguardo a quanto abbiamo di più sacro, è per me un’indicibile consolazione. Ciò che affligge il mio cuore di più è che la mia testimonianza, nel momento decisivo, possa causare a te, fedelissima compagna, disgrazia temporale.

L’impellenza di tale testimonianza è ormai ineluttabile, due mondi si stanno scontrando. I miei superiori hanno mostrato fin troppo chiaramente di rifiutare e odiare quanto per noi cattolici vi è di più sacro e intangibile. Prega per me Hildegard, affinché nell’ora della prova io agisca senza timori o esitazioni secondo i dettami di Dio e della mia coscienza».

A ricordare l’universo emotivo e etico di Hildegard Straub è stato invitato al convegno il figlio di Josef e Hildegard, Albert Mayr. Accanto a lui lo storico e scrittore trentino Giampiero Girardi cercherà di intrecciare i ricordi di Hildegard con quelli di Franziska, la moglie dell’obiettore austriaco beatificato qualche anno fa Franz Jägerstätter, considerato l’omologo austriaco di Mayr-Nusser. A chiudere la mattinata ci sarà una riflessione ampia di Lidia Menapace sul volto femminile della resistenza.

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