Le meridiane di Andrea, da Borgo all'Australia

Ventimila chilometri di distanza. Impensabili una volta da coprire se non con una linea tracciata di sbieco tra qui e il prototipo della lontananza. Oggi sono in cento righe, inframezzate da dieci domande, su una email. «Mi sta passando la vita sullo schermo in queste risposte», scrive Andrea Tomaselli. Quarantanove anni, diploma di geometra all'istituto Gozzer, borghigiano, figlio di Adone Tomaselli  noto pittore e paesaggista locale, abita a Melbourne dal 1995. Si è fatto emigrante per fare l'artista. Nelle sue mani pulsa il tempo che scorre

di Nicoletta Brandalise

Ventimila chilometri di distanza. Impensabili una volta da coprire se non con una linea tracciata di sbieco tra qui e il prototipo della lontananza. Oggi sono in cento righe, inframezzate da dieci domande, su una email. «Mi sta passando la vita sullo schermo in queste risposte», scrive Andrea Tomaselli. Quarantanove anni, diploma di geometra all'istituto Gozzer, borghigiano, figlio di Adone Tomaselli  noto pittore e paesaggista locale, abita a Melbourne dal 1995. Si è fatto emigrante per fare l'artista. Nelle sue mani pulsa il tempo che scorre. Che sintetizza la vita nelle meridiane dipinte sui muri delle chiese, dei palazzi del Trentino, nel continente australe e nella Repubblica popolare cinese. Ma se il colore fotografa le emozioni e gli stati d'animo, la pietra, il Verdello di Trento, di questi sentimenti diventa il legame inscindibile con la terra d'origine. Andrea, la tua storia lontanissimo da qui incomincia con un battito d'ali: «Il passaggio all'arte è avvenuto nel 1991. Mi sono licenziato da un'azienda dove facevo il geometra per seguire il mio istinto creativo e ho incominciato due anni di apprendistato nel laboratorio di restauro di  Enrica Vinante ». Ma prima ancora, nel 1983, la sfida raccolta e vinta con la gnomonica e l'astronomia: «Ho decifrato gli appunti di un amico di famiglia, appassionato di astronomia. Dai manuali di gnomonica ho appreso la metodologia per il disegno delle meridiane. Il coinvolgimento di mio padre in tutto ciò che era arte, ha fatto il resto». Andrea diventa pittore itinerante di orologi solari vicino casa. Sono sue le opere realizzate nella scuola primaria di Vigolo Vattaro, nei municipi di Telve e Lardaro, nelle valli di Fiemme, Primiero e Fassa. Il viaggio in Australia ha inizio del nel 1995, grazie ad una telefonata che gli avrebbe cambiato per sempre la vita: «Paola de Manicor, nota pittrice di murales, stava cercando invano qualcuno che potesse creare una meridiana sulla parete di Casa Varner, nel centro storico di Lavis, dedicata al marito Italo. Paola chiamò mio padre e chiese di incontrarmi. Tra di noi fu subito sintonia. Mi chiese se volevo andare in Australia, la terra più lontana dal Trentino, a dipingere le storie dei nostri emigranti sulle pareti dei club italo/australiani. Radunai pennelli e compasso in valigia e partii». In sei mesi Andrea realizza le sue meridiane a Melbourne, Sydney, Myrtleford e Wangratta. Conosce le comunità di emigranti trentini ma anche il continente meraviglioso che lo accoglie: «La natura, i paesaggi, l'armonia tra diverse culture e razze, la storia e tradizione degli aborigeni. Questa è l'Australia. Un paese dove ognuno ha le stesse opportunità di studio, lavoro e assistenza sociale. Un brodo primordiale che si muove continuamente, come un interminabile flusso migratorio». Nel 2004 Andrea vince un concorso per un'opera d'arte pubblica, commissionata dal Comune di Melbourne, per realizzare una piazza a Lygon Street, il quartiere italiano: «Ho usato il porfido tentino, in contrasto con la parte centrale di acciaio e bronzo. L'atteggiamento degli australiani verso la nostra pietra nativa è qualcosa di speciale e nuovo». Nel 2006 frequenta i corsi e si laurea in Arti visuali all'università RTMIT di Melbourne.«Ho un gruppo di giovani trentini che lavorano con me. Insieme cerchiamo di promuovere non solo il prodotto ma anche la professionalità del servizio come artigiani del porfido». Ritornerai in Italia? «Per ora va bene qui. Ci sono da diciotto anni. Mi sono creato un network sociale e di lavoro che sarebbe difficile lasciare. Come nuovo emigrante penso che una volta partiti dal proprio Paese d'origine dividi o raddoppi il tuo cuore e i sentimenti per la nuova terra». Che Andrea condivide con Angela, la sua compagna nativa di Transacqua, e i suoi figli Silvana e Max.

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