Valle del Chiese, abbattuti  due grossi cinghiali

Da settembre, ovvero dalla stipula del protocollo tra Provincia e Act, sono circa quaranta i capi abbattuti in valle. Certo, l'operazione di sabato notte non risolverà una volta per tutte il problema, visto che in zona è stimata la presenza di un centinaio di cinghiali

di Lara Zavatteri

cinghialeCIMEGO - In Valle del Chiese, ormai, la presenza dei cinghiali in prossimità dei paesi non è più una notizia, tanto che da tempo si discute della questione. Gli agricoltori passano notti insonni temendo di vedere la propria campagna danneggiata dal passaggio di tali animali, ma anche il resto della popolazione teme di avere improvvisi, quanto dannosi, incontri lungo le arterie stradali. Dopo la stipula di un preciso protocollo da parte della Provincia e dell'Associazione Cacciatori Trentini, con quest'ultima deputata alla gestione del cinghiale, nel distretto del Chiese è stata istituita una sottocommissione ad hoc, con la formazione di vere e proprie squadre deputate al controllo del problema.

 

Come? Con l'abbattimento di alcuni capi, se necessario. L'ultimo intervento in questo senso è di pochi giorni fa, precisamente della notte tra sabato e domenica, quando nei pressi di Cimego Fabrizio Boldrini , rettore della locale sezione cacciatori, ha abbattuto due cinghiali (uno intorno ai 45 chilogrammi, l'altro oltre il quintale). I due animali si erano resi protagonisti di diversi danneggiamenti in campagne a sud del paese chiesano, inoltre aggirandosi a distanza ridotta dalla trafficata statale del Caffaro costituivano un grave pericolo per la pubblica sicurezza.

 

Nell'operazione, Boldrini è stato accompagnato dal guardiacaccia Angelo Zanetti , e c'è da dire che il tutto è derivato da una precisa indicazione della sottocommissione del Chiese. In realtà, i cinghiali che destavano preoccupazione in quella zona erano almeno il doppio, ma grazie a questo blitz notturno si ritiene che le altre bestie ora se ne siano ritornate nei boschi, avendo compreso il rischio che si corre nel presentarsi nel fondovalle. A differenza di molte altre situazioni simili, derivanti per lo più dalla proliferazione del cinghiale avvenuta dopo la immissione clandestina negli anni '80, in questo caso gli animali erano di provenienza bresciana (probabilmente sono arrivati a Cimego dalla zona di Tremosine), in quanto si aggiravano in sinistra Chiese.

 

Da settembre, ovvero dalla stipula del protocollo tra Provincia e Act, sono circa quaranta i capi abbattuti in valle. Certo, l'operazione di sabato notte non risolverà una volta per tutte il problema, visto che in zona è stimata la presenza di un centinaio di cinghiali, ma Boldrini ha le idee chiare in merito: «Visto che l'estirpazione è praticamente impossibile, bisogna imparare a conviverci, e per fare ciò la strada da percorrere è quella della collaborazione tra mondo agricolo e cacciatori: qualora ci sia bisogno del nostro intervento, abbiamo dimostrato di essere pronti».  

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