Abbonamenti via smartphone, attenzione alle finestre «nascoste»

di Marica Viganò

Molti neppure se ne accorgono e navigando attivano un abbonamento sul proprio smartphone. Basta sfiorare lo schermo con le dita, cliccare su una minuscola finestra (che appare per pochi secondi e poi scompare) per dare il proprio consenso ad aderire alla proposta: al costo 5 euro e 9 centesimi a settimana si accede ad un sito di informazione, come si legge nel messaggio inviato dalla società che si occupa del servizio, che allega anche il link per poter disattivare l'abbonamento. I soldi vengono immediatamente scalati dal credito e, data l'esigua perdita, parecchi utenti disdicono subito il servizio senza reclamare l'importo già incassato dalla società.

C'è anche chi, per principio, sentendosi raggirato si rivolge alla polizia postale. Di truffa vera e propria, tuttavia, non si può parlare, come evidenziano gli esperti: per accedere al servizio a pagamento è necessario infatti un clic, che a volte appare all'utente proprio nella schermata di chiusura della proposta commerciale; pensando di chiudere la pagina, si attiva l'abbondamento senza rendersene conto.

Alla polizia postale di Trento arrivano in media una decina di segnalazioni al mese. Non ravvisando profili penali nella vicenda, alle persone viene consigliato di rivolgersi al Corecom, che a Trento ha sede in via Manci. Attraverso il Comitato provinciale per le comunicazioni della Provincia è possibile aprire un contenzioso. Attenzione però che non si tratti di un problema che parte dal cellulare: gli smartphone possono nascondere malware, attivati inconsapevolmente scaricando le applicazioni ma che si possono eliminare con gli antivirus riconfigurando il cellulare. Se invece il problema sta proprio nell'aver cliccato, senza accorgersene, la finestra per il consenso per l'abbonamento ai servizi informativi, si può tentare la conciliazione. Prima, però, è bene contattare l'operatore telefonico - che solitamente non è responsabile di queste proposte commerciali - chiedendo la disattivazione del servizio.

Il Corecom propone un formulario - il tentativo di conciliazione, appunto - in cui viene evidenziata la problematica e inoltrata la richiesta all'operatore. Parte dunque l'istruttoria e si programma un incontro, una sorta di udienza che può avvenire anche in audioconferenza.  Al di là del caso specifico, ossia della sottoscrizione di abbonamenti sul cellulare, a Trento lo scorso anno sono stati aperti ben 688 contenziosi fra utente ed operatore telefonico, più che raddoppiati rispetto al 2009. In un caso, il cittadino ha portato avanti la propria istanza per solo un euro e mezzo. Il 40% delle conciliazioni, con un incremento negli ultimi anni, riguarda clienti business. Un accordo si trova praticamente sempre: le conciliazioni si concludono in maniera positiva nel 86% dei casi.                                                                       

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