Azienda Mit crea chip anticontraffazione

Chip di silicio anticontraffazione sicuri come impronte digitali: è questa l'idea alla base della tecnologia low cost messa a punto da un'azienda 'costola' del Massacchussets Institute of technology (Mit), fondata da Srini Devadas, per combattere il fenomeno del falso, che si stima riguardi dal 2% al 5% dei beni in commercio su scala mondiale, come dispositivi elettronici, cibi e farmaci. I chip possono essere letti e verificati con dispositivi mobili, come i telefonini.

Hanno delle caratteristiche in comune con le impronte digitali umane, che non sono mai uguali. Durante il processo di fabbricazione dei chip si producono delle microscopiche variazioni imprevedibili, permanenti e impossibili da clonare (dette puf). I ricercatori in questo caso hanno sviluppato una tecnica che traccia queste variazioni casuali nei chip di silicio, assegnandogli una sorta di 'impronta digitale' unica. Integrati nelle etichette con identificazione a radio frequenza, i chip possono essere così analizzati con cellulare o lettore per determinare se l'etichetta è autentica. ''Si tratta di un sistema di autenticazione low-cost - spiega Srini Devadas, coordinatore scientifico - che usa la biometria del silicio''. 

La tecnologia sviluppata assegna ai chip un gruppo di numeri a 128 bit che vengono poi conservate in un database. Per ogni autenticazione è usato un diverso numero da 128 bit. L'azienda costola del Mit si sta concentrando sul mercato dei prodotti da consumo e l'hanno scorso ha siglato delle partnership con vari clienti, ma la tecnologia può essere usata anche per identificare false licenze e passaporti o la generazione di 'chiavi segrete crittografiche'.

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