L'Italia si tinge di rosa Domani scatta il «Giro»

Dall’Olanda alla Calabria, passando per le Alpi, fino all’approdo a Torino. Il 99° Giro d’Italia è pronto a salpare con la cronometro di venerdì ad Apeldoorn, 9,8 chilometri di percorso che assegneranno la prima maglia rosa, che sarà definitivamente assegnata il 29 nel capoluogo piemontese.

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"1249941","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"919","width":"837"}}]]

L’assenza del campione uscente, lo spagnolo Alberto Contador, rende, almeno sulla carta, più equilibrata la lotta per la classifica generale, con due favoriti d’obbligo, Vincenzo Nibali e Alejandro Valverde, e tanti legittimi pretendenti, che dovranno fare i conti anche con i «cacciatori di tappe», gli specialisti delle cronometro e gli spericolati delle volate. Nibali è uno dei pochi, nella storia del ciclismo, ad aver vinto in carriera tutti e tre i Grandi Giri. Al Giro manca dal 2013, anno del suo trionfo e trampolino di lancio per la grande affermazione al Tour del 2014. Campione d’Italia e primo all’anno scorso al Lombardia, il 31enne fuoriclasse messinese dell’Astana avrà una squadra cucita a misura sulle sue esigenze, visto che Fabio Aru sarà il capitano al Tour. Il suo fido scuderio Agnoli e corridori di esperienza come Scarponi e Fuglsang sapranno coprirgli le spalle e dargli un sostanzioso contributo. A 36 anni, Valverde punta deciso alla maglia rosa, obiettivo di una stagione che è stata appena impreziosita dallo storico poker alla Freccia Vallone. Vincitore di una Vuelta nel 2009, il 35enne murciano della Movistar è al suo primo Giro.

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"1249936","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"423","width":"1442"}}]]

Oltre ai pretendenti alla vittoria finale, il Giro offre spazio anche ai signori delle volate. In primis, dunque, a Marcel Kittel.
Otto tappe al Tour de France, una alla Vuelta a Espana e due al Giro d’Italia. È il bottino del 27enne della Etixx-Quickstep, uno dei re dello sprint. Ovvio allora che, quando ci saranno lunghi rettilinei prima del traguardo, sarà la sua sagoma ad essere presa come punto di riferimento anche per i velocisti azzurri più quotati del momento come Elia Viviani, Sacha Modolo, Giacomo Nizzolo, Sonny Colbrelli, Manuel Belletti, Matteo Trentin, Kristian Sbaragli e Jakub Mareczko. Andrè Greipel è l’altro tedesco (John Degenkolb, il più completo di tutti, sta lentamente riprendendosi dopo essere stato investito in Spagna durante il camp con la Giant) destinato a dar lezioni nel colpo di reni.
Tre tappe al Giro d’Italia, dieci al Tour de France e quattro alla Vuelta a Espana: anche per il 33enne della Lotto-Soudal, di Rostock come Jan Ullrich, è il curriculum a parlare chiaro.
Quest’anno vanta due successi «minori» ma si farà trovare preparato quando ci sarà da fare sul serio. Un capitolo a parte merita, infine, Fabian Cancellara. Alla sua ultima stagione tra i protagonisti, il 35enne svizzero vuole lasciare un ultimo ‘segnò della sua classe superiore alla sua terza partecipazione al Giro: nel 2007 e nel 2009 lasciò la carovana prima della dodicesima tappa.


 

I PIANI DELLO «SQUALO»

Michele Scarponi lo esalta: «Uno come Vincenzo meglio avercelo in squadra che contro». Mentre Mikel Landa, suo compagno di squadra fino a poco tempo fa e oggi avversario da temere, lo tratta con deferenza («è forte in salita, ed è forte in pianura, sarà difficile da battere»). Anche il colombiano Uran Uran, secondo dietro di lui nel 2013 non ha dubbi: «Se la giocano lui, Landa e Valverde».
Lui, Vincenzo Nibali, un Tour, un Giro e una Vuelta nel palmares, prova a sfuggire al ruolo di favorito che il blasone gli impone ricordando i risultati poco soddisfacenti nelle gare che hanno preceduto il Giro. «Non sono contento di come è andata, mi sarei aspettato qualcosa in più - dice nella conferenza stampa della vigilia l’alfiere dell’Astana - ma so di aver lavorato tanto per arrivare bene a questo appuntamento. E ora penso di stare bene. E rispetto al 2013 (anno in cui vinse il Giro, ndr) ho un pò di esperienza in più per gestire la pressione».
E non è nemmeno un problema di motivazioni per uno che, avendo vinto tanto, potrebbe vivere tutto più serenamente: «No, quelle ci sono sempre quando si corre una gara come il Giro d’Italia. Penso di essere pronto e sono curioso di vedere anch’io giorno per giorno come sto».
La montagna ancora un volta farà selezione, ma «lo Squalo dello Stretto» non sottovaluta le altre prove: «Quelle sulle Dolomiti saranno di certo tappe importanti. Ma in una corsa di tre settimane ci sono sempre le sorprese e penso alla cronometro del Chianti, ma anche alla tappa di Arezzo con tante strade bianche. In ogni Giro c’è qualche trabocchetto. Ma l’ultima settimana sarà quella più difficile e decisiva per la classifica. Vincerà chi ci arriva meglio».
Intanto il calendario offre come prima tappa una crono che sembra tagliata su misura per lui: «Sì, può essere un punto a mio favore» ammette. Landa e Valverde gli avversari da battere: «Non faccio graduatorie, li metto tutti sullo stesso piano.
Landa ha dimostrato l’anno scorso al Giro di andare forte in salita, e ha fatto bene recentemente al Giro del Trentino, Valverde ha l’esperienza dalla sua e poi è un highlander. Ma occhio alle sorprese, non mancano mai».
Discorsi e previsioni della vigilia destinati a lasciare spazio alla corsa tra meno di due giorni quando, con la cronometro nel circuito cittadino di Apeldoorn, prenderà il via la 99/ma edizione del Giro d’Italia. «Sarà qualcosa di speciale - avverte il padrone di casa Tom Dumoulin, tra i più accreditati per la vittoria nella crono d’apertura - ci sarà un frastuono infernale al punto che non credo che sentirò le comunicazioni via radio».
Ma già domani, la cerimonia d’apertura alle 18, sarà un test per valutare l’indice di gradimento tra i tifosi olandesi.
Olanda o Italia non fa differenza, la festa sta per cominciare.

comments powered by Disqus