L'Aquila pensa al ritorno di Sutton

L'ala sostituirebbe Jefferson per una squadra più veloce

di Daniele Battistel

La Dolomiti Energia sta facendo un pensierino all'idea di riportare a Trento Dominique Sutton, visti anche i problemi fisici di Johndre Jefferson. La voce circola da qualche giorno negli ambienti cestistici anche se chiaramente non è facile ottenere conferma dai diretti interessati fino all'eventuale conclusione dell'affare.

Dal 18 novembre Sutton, 30 anni, gioca in Pro A in Francia con la squadra di Nancy (assieme agli «italiani» Marc Trasolini e Dario Hunt) che viaggia nei bassifondi della classifica, dopo aver iniziato la stagione in Germania, ad Ulm, come sostituto temporaneo di Augustine Rubit. La possibilità di tornare in Italia, però, lo alletterebbe, anche se - a differenza dello scorso anno - non giocherebbe le Coppe europee. A Trento si era trovato bene, sia dal punto di vista del rapporto con i compagni che con la società. Tanto che, appunto, si sta pensando di ricontattarlo tramite il suo agente per offrirgli un contratto per la seconda parte di stagione. Ed in effetti dal punto di vista della logica cestistica l'operazione ha un senso.

Primo elemento. Trento da due partite gioca senza quello che, ad inizio campionato, era il suo centro titolare. Johndre Jefferson (10,5 punti e 7,2 rimbalzi in stagione) a Sassari ha subito un trauma contusivo al ginocchio da cui deve ancora riprendersi. Attualmente si sta sottoponendo a sedute (di cui almeno una saltata) di fisioterapia e sarà rivalutato dai medici a breve. Inizialmente si diceva che sarebbe potuto tornare in campo il 2 gennaio contro Cantù ma l'altro giorno l'assistant coach Vincenzo Cavazzana su questo punto aveva mostrato grande cautela. Quanto durerà dunque la sua assenza?

In ogni caso - e qui siamo al secondo elemento -, già da prima dell'infortunio Jefferson aveva subito un arretramento nelle gerarchie di squadra, con la promozione in quintetto di Dustin Hogue al fianco di Filippo Baldi Rossi. Dopo un buon inizio di campionato il suo impatto sulle partite si è un poco per volta ridimensionato visto che, oltre al grande atletismo che lo porta ad esibirsi in numeri di grande spettacolarità, Johndre non ha nel suo bagaglio tecnico altre soluzioni in attacco, quali un «jumper» preciso dai 3 metri o un gancio di sicuro affidamento dal post. E in difesa soffre i pari ruolo fisici e potenti.

Terzo elemento. Nonostante non superi i 2 metri Hogue (9,3 punti e 6 rimbalzi) sta dimostrando di poter «tenere botta» contro centri più alti e grossi, sfruttando al contempo le sue doti di rapidità per catturare dei bei rimbalzi, specialmente in attacco. Inoltre Buscaglia nelle ultime partite sta utilizzando parecchio da 4 anche Beto Gomes, per una squadra forse meno potente ma sicuramente più frizzante, agonistica e veloce.

Da queste considerazioni matura l'idea di sacrificare Jefferson, firmare Sutton (in Francia sta viaggiando a 10,3 punti e 6,2 rimbalzi di media) ed esaltare ancora di più queste caratteristiche di intensità, energia, carattere. L'ex aquilotto tornerebbe a Trento per rinfoltire il reparto ali e giocare pure qualche minuto da centro. Gli è capitato già lo scorso anno (7,7 punti e 4,6 rimbalzi di media) e se l'è cavata egregiamente. Tra fine anni Settanta e inizio anni Ottanta la formula della «banda bassotti» contribuì a creare il mito della Grande Milano di D'Antoni e Peterson. Potrebbe tornare buona anche 40 anni dopo.

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