Immensa Tania Cagnotto: è bronzo Chiude con i giochi con una medaglia

 Anche l’ultimo conto è stato saldato.

La quinta e ultima Olimpiade di Tania Cagnotto non poteva che chiudersi nel modo più dolce, con la seconda medaglia made in Rio, la prima individuale. È un bronzo e arriva nel trampolino da tre metri dove quattro anni fa arrivò quarta per appena 20 centesimi. Un incubo che l’ha perseguitata negli anni a venire, di cui si era in parte liberata grazie all’argento conquistato con l’amica Dallapè nel sincro.

Ma c’era ancora questo conto in sospeso da saldare. La marcia d’avvicinamento non era stata delle migliori, col quarto punteggio in batteria e addirittura il settimo nelle semifinali. Ma la 31enne bolzanina ostentava calma: «le eliminatorie non mi sono mai piaciute, meglio stare indietro e mettere pressione alle altre». E la strategia ha dato i suoi frutti, con la Cagnotto che sfodera sin dai primi salti tutt’altra prestazione rispetto alla giornata precedente: 76,50 nel doppio e mezzo indietro carpiato (eguagliato il primo turno), 75,00 nel doppio e mezzo in avanti con avvitamento carpiato, sua miglior prestazione a questi Giochi. Nell’acqua verdastra del «Maria Lenk» (verrà cambiata solo per il sincro) è un testa a testa con la canadese Jennifer Abel, mentre davanti le due cinesi Shi Tingmao (406,05) ed He Zi (387,90) fanno una gara a parte e, come da pronostico, portano a casa oro e argento, per quello che è l’ottavo titolo olimpico di fila per il Paese asiatico in questa specialità.

Ma non era il gradino più alto nè il secondo l’obiettivo di Tania, sapeva che per i primi due posti la corsa era già chiusa.
Voleva riprendersi il terzo, sfuggitole per un niente a Londra, ultimo tassello di una carriera perfetta, fatta di 10 medaglie mondiali, quattro delle quali afferrate proprio dal trampolino da tre metri, e tutte di bronzo. E l’obiettivo è stato centrato in pieno. La Abel, che ha vissuto in sincro il dramma di Londra della Cagnotto (quarta per poco più di un punto, contrappasso di quanto accaduto nel 2012 quando lei e la Heymans soffiarono il podio alla coppia azzurra), partiva con un vantaggio, quello di essere fisicamente più prestante della bolzanina, ma in una finale olimpica, e a maggior ragione nei tuffi, conta soprattutto la testa.

E quella a Tania non è mancata. La canadese invece, dopo un secondo salto non eccellente, aveva messo la freccia nel doppio e mezzo in avanti con doppio avvitamento ma nell’ultimo tuffo fa male e per la bolzanina è festa. Tania, infatti, ha rimediato agli errori di ieri, confermando gli ottimi punteggi raccolti nella prima giornata, vedi anche il 73.50 del triplo e mezzo avanti carpiato, e migliorandosi là dove era mancata, il doppio e mezzo ritornato carpiato dove raccoglie 69 punti contro i 54,50 e i 64,50 dei giorni precedenti. Ma il vero capolavoro è l’ultimo salto: un doppio e mezzo rovesciato carpiato dove ottiene 81 punti, chiudendo a 372,80 contro i 367,25 della canadese.

Pensando che la finale di oggi sarebbe stata la sua ultima uscita alle Olimpiadi, l’auspicio era stato: «vorrei un bel ricordo». E sotto il cielo soleggiato di Rio, Tania Cagnotto può alzare gli occhi al cielo e uscire di scena dalla porta principale. La maledizione stavolta è finita sul serio.

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