Sport / Il caso

Festival dello Sport: sarà anche «rosa», ma le donne sul palco sono pochissime, l’analisi del CSG (con numeri impietosi)

Gli ospiti sono in tutto 242, ma ben 180 sono uomini ed una delle invitate è presentata addirittura come «la moglie di»… Per le studiose dell’Università di Trento «occasione persa di raccontare come il mondo sportivo sta cambiando»

di Gigi Zoppello

TRENTO. L’analisi l’ha fatta il Centro Studi Interdisciplinari di Genere dell’Università di Trento: al Festival dello Sport di Trento ci saranno decine e decine di relatori e moderatori, ma le donne nel «panel» sono pochissime. Come se lo sport fosse una faccenda tutta da uomini (campioni, dirigenti e moderatori). Detto in breve con le nude cifre: in questa quarta edizione ci saranno 242 ospiti: 62 donne e 180 uomini.

Una presenza, quella delle donne, in crescita rispetto allo scorso anno (edizione on line dove le ospiti erano il 14% su 171 persone invitate) e alla prima edizione (dove erano il 17,6% su 284 persone invitate).

Scrivono le ricercatrici del Centro: «Siamo andatǝ a guardare più in dettaglio: cresce la presenza delle atlete, rimane però molto bassa quella delle donne nelle altre categorie di ospiti che ruotano attorno allo sport. Ascolteremo poche dirigenti prendere parola (5), una sola allenatrice e 3 dottoresse; 2 saranno le giornaliste che ci racconteranno lo sport e 4 le ex atlete (a fronte delle 44 “leggende” maschili). Ci sarà una ospite presentata come “moglie di”, 3 procuratori e 5 (uomini) ospiti non direttamente collegati al mondo dello sport (scrittori, musicisti ecc).

Colpisce il basso numero di atlet*paralimpic*, anche se questa è l'unica categoria che raggiunge pari presenze fra donne e uomini».

Per il Centro «Ultimo dato su ciò che è assente da questo Festival: in un'estate all'insegna della visibilità Lgbtqi+ nello spazio sportivo grazie ai numerosi comingout di atlet* proprio alle Olimpiadi e alla partecipazione della prima atleta trans in una gara olimpica, sarebbe stato importante e interessante dedicare in uno degli incontri a questa rivoluzione sportiva. Un “attimo vincente perso in termini di diritti, riconoscimento evisibilità nello sport».

L’analisi va oltre: «Il 2021 è stato l'anno delle Olimpiadi e Paralimpiadi di Tokyo. L’Italia ha eguagliato il record di medaglie di Roma del 1960 e, nelle Paralimpiadi ha raggiunto il miglior risultato di sempre. In entrambi i casi ha avuto la maggiore partecipazione femminile della storia olimpica (48% per le Olimpiadi il 54% per le Paralimpiadi - prima volta in assoluto in cui il numero delle atlete supera quello degli atleti). Stiamo assistendo a cambiamenti profondi nello spazio sportivo, che riguardano tutto il sistema sport, dalle norme, alle presenze, al modo di presentarsi e rappresentarsi di atleti, atlete e atletǝ.

Manifestazioni come il Festival dello Sport potrebbero essere palcoscenici importanti per rappresentare queste trasformazioni: raccontare il mondo dello sport come si è sempre fatto può essere comodo, rassicurante, ma non guarda all’oggi nè al domani.

Dare equo spazio, visibilità e parola alle persone e alle storie che attraversano lo sport è una responsabilità verso le generazioni sportive del futuro, per immaginare nuove rivoluzioni possibili. Per crescere in uno sport meno "rosa-to" e più contemporaneo».

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