Italia / Il caso

In ginocchio contro il razzismo? A Roma murales in stile fascista: "Resta in piedi Italia"

Sostituita l'opera di Harry Greb che rappresentava gli azzurri inginocchiati: attivisti del Blocco studentesco (Casapound) ci hanno messo il manifesto dei Mondiali del 1934 con un calciatore italiano che fa il saluto romano

ROMA. La notte scorsa attivisti del Blocco Studentesco, il movimento scolastico di Casapound, hanno modificato il murales dell'artista Harry Greb sostituendo il giocatore azzurro inginocchiato per il Black Lives Matter con il manifesto dei Mondiali di Italia '34 che rappresentava un calciatore in piedi e il braccio teso. Ad accompagnare l'immagine anche la scritta "resta in piedi, Italia".

"Abbiamo seguito - scrivono i ragazzi del Blocco Studentesco - il consiglio dell'artista. Chiedeva di fare la cosa giusta, no? Inginocchiarsi secondo noi non è una forma di rispetto per nessuno, meglio stare in piedi e guardarsi in faccia".

Nel dibattito su inginocchiamento si o no si inserisce oggi la voce del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che ha definito "ridicolo" il modo "in cui è stato gestito il tema dell'adesione della nazionale di calcio alla campagna di Black Lives Matter", per poi aggiungere: "Non sto dicendo che si debbano inginocchiare, sto dicendo che sono ragazzi che hanno visibilità e prendano una posizione".

Come noto, la nazionale italiana ha assunto un atteggiamento non chiaro sull'iniziativa presa da alcune squadre, anche all'Europeo di calcio, in solidarietà con il movimento internazionale antirazzista Black Lives Matter.

Contro il Galles, che si è inginocchiato subito prima del fischio d'inizio, solo 5 degli 11 azzurri in campo hanno fatto la stessa cosa.

Poi contro l'Austria, nulla: tutti i 22 giocatori in piedi. "Non ci è arrivata nessuna richiesta per questa sera", aveva spiegato Giorgio Chiellini.

La linea illustrata da Chiellini, e si presume attribuibile alla federazione italiana o alla delegazione azzurra, infatti, è che non è inginocchiandosi che si combatte il razzismo, ma ci sono altri modi. QUindi, ci si mette in ginocchio solo se lo  chiede la squadra avversaria "per solidarietà e rispetto".

Una posizione piuttosto curiosa che non ha mancato di suscitare commenti critici o richieste di chiarimento sul perché se si ritiene sia giusto restare in piedi non lo si faccia punto e basta. Magari spiegandop perché si pensa che non sia il caso di appoggiare il movimento Black Lives Matter.

O viceversa, se vi siano sensibilità diverse, perché non si inginocchi quanto meno chi ritiene che ogni gesto contro il razzismo è utile, in un ambiente, quello degli spalti calcistici, in cui - come noto - purtroppo si vede e si sente di tutto da anni.

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