Calcio / Il caso

Eriksen: "Ancora qualche esame ma sto bene e tifo Danimarca"

Messaggio del giocatore dopo l'arresto cardiaco e la grande paura dutante il match contro la Finlandia. Alcuni compagni di squadra criticano la decisione di continuare la partita

ROMA. "Ciao a tutti. Mille grazie per i vostri dolci e sorprendenti auguri e messaggi che ho ricevuto da tutto il mondo. Significano molto per me e la mia famiglia. Io sto bene.

Devo ancora sottopormi ad alcuni esami all'ospedale, ma mi sento ok. Adesso tiferò per i ragazzi della Danimarca nelle prossime partite: giocate per tutti i danesi".

Questo il messaggio pubblicato su Instagram (foto) da Christian Eriksen, ancora ricoverato a Copenaghen dopo il malore accusato sabato scorso in campo nei minuti finali della sfida tra Danimarca e Finlandia, prima giornata di Euro2020.

Ieri alcuni suoi compagni di squadra avevano criticato la decisione di continuare a giocare dopo il drammatico evento.

"Siamo stati messi in una posizione in cui non avrebbero dovuto metterci": il portiere della Danimarca Kasper Schmeichel, così come l'attaccante Martin Braithwaite, ha espresso il proprio disappunto per come è stata gestita la ripresa della partita dell'Europeo contro la Finlandia dopo il malore di Christian Eriksen, uno choc di fronte al quale la squadra "non voleva" tornare in campo.

"Avevamo due opzioni, continuare la partita o tornare il giorno dopo a mezzogiorno", ha spiegato Schmeichel nel ritiro di Helsingor, a nord di Copenhagen, dove la Danimarca, dopo aver annullato la seduta di ieri, ha ripreso ad allenarsi in preparazione della partita di giovedì contro il Belgio.

Secondo il portiere del Leicester, qualcuno avrebbe dovuto far notare che "quello non era il momento per prendere quella decisione, e che forse si doveva attendere fino all'indomani per decidere".

"Quel che è stato, è stato. E spero che loro imparino da questo episodio", ha aggiunto definendo i medici i veri "eroi" della partita.

Braithwaite ha raccontato che i calciatori "avrebbero voluto una terza opzione, perché non volevamo giocare". La ripresa della partita, ha aggiunto il giocatore del Barcellona, "non era un desiderio. Era una delle sole possibilità che avevamo, e ci è stato detto che dovevamo prendere una decisione". (

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