Mvt - Il campione trentino di tutti i tempi Ottavi di finale: Bernardi vs Magnini Votate il vostro atleta del cuore

Il nostro sondaggio #Mvt, per scegliere il campione trentino di sempre, è approdato agli ottavi di finale. Sedici grandi atleti sono rimasti in gara, e oggi si sfidano mister Secolo Lorenzo Bernardi e il campione di scialpinismo Davide Magnini. A raccontarci Davide è Stefano Bendetti, confermato da poco alla guida della nazionale di sci alpinismo, mentre a tratteggiare un ritratto inedito di Lorenzo Bernardi è la moglie Rossana Fichfach

 


LORENZO BERNARDI

«So che qualcuno lo considera un po’ un orso, invece Lorenzo è un uomo dal cuore d’oro, di grande generosità e soprattutto con valori saldi». Così la moglie Rossana Fichfach descrive Lorenzo Bernardi, il pallavolista trentino eletto nel 2001 Miglior giocatore del Secolo XX.

Rossana, anche lei atleta, giocatrice di basket, ricorda la trepidazione del momento in cui arrivò la notizia di quell’elezione. «Fu un traguardo eccezionale nella sua carriera. Mi disse che lo avevano chiamato e che avrebbe potuto essere anche il vincitore. Infatti fu così e la coincidenza più bella fu che la premiazione avvenne il 5 ottobre, il giorno del compleanno del fratello di Lorenzo, Paolo, che lo aveva avviato alla pallavolo».

Rossana conobbe Lorenzo a Modena nel corso della stagione 1988-89 visto che ‘dividevano’ il PalaPanini con lei che giocava a pallacanestro nel Oece Cavezzo mentre lui era lo schiacciatore della Panini. Poi, quando lui si trasferì a Treviso, Rossana lo seguì. Interruppe la sua carriera a causa di un brutto infortunio e poi nacque il figlio Riccardo.

«Allora, quando entrambi eravamo atleti, era più facile scaricare lo stress. Il fatto di giocare consentiva sia a lui di rendersi protagonista che a me di scaricare lo stress. Ricordo che allora lo andavo a vedere durante le partite e ogni tanto, anche se erano sotto, mi guardava dal campo e mi faceva un cenno come dire: tranquilla, vedrai che ora vinciamo. E spesso andava a finire proprio così, con Lorenzo che quasi da solo riusciva a girare una partita. Invece adesso, da allenatore, tutto è più complicato. Io soffro terribilmente in tribuna e anche lui non è fisicamente in campo, così non può essere così decisivo».

Il tratto che accomuna il Bernardi giocatore - qualche anno fa - con il Bernardi allenatore - oggi - è però la pignoleria di non lasciare mai niente al caso, lavorando al massimo anche sui dettagli. «Pignolo? Direi che sul lavoro Lorenzo è maniacale. Io l’ho visto lavorare anche dodici ore in una giornata per studiare a video gli avversari. Qualsiasi cosa lui faccia deve farla al meglio e questo aspetto delle volte lo porta a non godere appieno del momento. A volte, subito dopo una vittoria, l’ho visto già proiettato alla partita successiva. Questo aspetto del suo carattere è però essenzialmente legato al lavoro. In famiglia è differente».

Un carattere poco indulgente verso se stesso e sempre teso a cercare la perfezione. «Come dicevo, ha avuto un’educazione molto sana, carica di valori. E poi molto giovane si è ritrovato senza papà, a 22 anni, poche settimane prima del mondiale in Brasile. Poi, a 32 anni, ha perso anche la mamma. Per lui non è stato semplice mantenere questa sua rettitudine. E probabilmente un po’ lo abbiamo aiutato anche noi, Riccardo ed io».

Prima di lasciare Rossana le chiediamo se Lorenzo ci terrebbe a vincere il titolo di Mvt. «Moltissimo! Lorenzo ha la competizione nel sangue e appena c’è una gara non si tira indietro. E detesta perdere. Così di certo anche il concorso dell’Adige lo stimola. Sappiamo tutti però che i campioni hanno caratteri forti e spesso sono divisivi: o li ami o li odi».

 


 

DAVIDE MAGNINI

Lo sci alpinismo ha «battuto» lo sci alpino, con Davide Magnini approdato agli ottavi dell’Mvt. Il campione di sci alpinismo di Vermiglio ha vinto il confronto con l’omonimo Simoncelli grande campione del passato di slalom gigante. Ne parliamo con Stefano Bendetti, confermato da poco alla guida della nazionale di sci alpinismo.

«Davide - dice Bendetti - è conosciuto e non pratica solo sci alpinismo ma è anche un forte skyrunner. Questo risultato è importante e dice che lo sci alpinismo nella nostra provincia è conosciuto. Il Trentino ha molti meriti nell’organizzazione dello sci alpinismo, non ultimo aver inventato il tempo continuo rendendo le gare più spettacolari e facendo sì che questo magnifico sport sia sempre più seguito. Ci sono poi da ricordare anche grandi atleti di oggi e di ieri».

Lei conosce Davide Magnini da molti anni, lo ha cresciuto nel Brenta Team e ora nella nazionale, posto che i passi di inizio carriera li ha fatti con suo papà, il famoso Lodo, che lo segue e accompagna sempre quando può.

«Davide lo ho conosciuto nel Brenta Team, ma anche a scalare le nostre belle montagne. Ho scalato con lui la nord della Presanella. Ci siamo trovati a fianco lui era con suo papà Lodovico, il suo primo maestro sugli sci e in montagna. L’ho sempre visto come un ragazzo impegnato e positivo».

Quando ha capito che Davide aveva talento e sarebbe diventato un campione?

«Dopo le prime gare, nelle quali vinceva ed era a confronto con atleti più grandi di lui».

Quali sono le caratteristiche di Davide come atleta e come uomo?

«Davide ha avuto negli anni una crescita costante prima nei cadetti, poi negli junior e negli under 23, dove ha dimostrato di essere all’altezza dei senior, con la sua prima vittoria assoluta l’8 di febbraio scorso nella gara individuale di Coppa del Mondo a Berchtesgaden in Germania. La stagione purtroppo è finita in anticipo a causa del Covid -19. Come atleta, Davide ha un motore eccezionale. La natura lo ha dotato di un fisico molto forte. Lui lo ha affinato con la caparbietà degli allenamenti. Anche dal punto di vista tecnico è molto preparato e pignolo. Cura i materiali e cerca sempre di migliorarsi. Non si sente mai arrivato, ha sempre voglia di imparare tutti in particolare dai suoi compagni di squadra della nazionale e del Centro sportivo Esercito, dove milita. Umanamente è molto disponibile e ha sempre un grande rispetto per le persone e per il valore degli avversari».

Come vede il futuro di Davide?

«Se continua così farà sicuramente cose belle. Deve migliorare ancora un pò nell’emotività alla vigilia degli appuntamenti importanti, ma lo aiuterà il suo grande talento».


 Tabellone parte sinistra

Nella sfida conclusasi stamattina, Francesca Dallapè ha superato Yeman Crippa 625-427.

Tabellone parte destra

 

 

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