La sfida infinita tra Federer e Nadal due campioni eccezionali nella leggenda

Di nuovo l’uno contro l’altro a Miami, sul cemento della Florida. Li dove tutto è cominciato. Domani alle ore 19 italiane su Sky sport 2. Era il terzo turno dell’edizione del 2004 quando un Nadal appena 17enne si “permetteva” di rifilare un doppio 63 a Federer, re del tennis mondiale. E sempre a Miami, esattamente un anno dopo si sono incontrati di nuovo, stavolta in finale, con il successo di Roger capace di annullare due set di vantaggio a Rafa (all’epoca si giocava al meglio delle cinque partite). Da allora di anni ne sono passati: vittorie e sconfitte (soprattutto le prime a dirla tutta), infortuni, up and down nel ranking. E titoli, una valanga di trofei: ben 159 in due (90 per Roger, 69 per Rafa). Domenica lo svizzero, numero 6 del ranking mondiale e quarta testa di serie, e lo spagnolo, numero 7 Atp e quinto favorito del seeding, saranno di nuovo uno di fronte all’altro, per la 37esima volta in carriera, la terza quest’anno: nella prime due si è sempre imposto Federer, in cinque set a Melbourne (dove ha conquistato il 18esimo Slam, record assoluto) e negli ottavi ad Indian Wells due settimane fa, in un match senza storia. Nel bilancio dei precedenti Rafa è avanti per 23 a 13 ma ha perso le ultime tre sfide disputate.

Sembra tornato un ragazzino King Roger, un ragazzino di 35 anni suonati! Dopo la rivincita in semifinale contro Kyrgios è davvero soddisfatto: ”Mi aspettavo un match con colpi spettacolari: mi aspettavo che li facesse lui ma sono riuscito a farne qualcuno anche io. Sono molto soddisfatto del livello di gioco che sono riuscito ad esprimere: è stata davvero una gran partita. Sto giocando bene, l’ho fatto anche a Melbourne e ad Indian Wells: riesco a giocare in anticipo col rovescio e questo mi aiuta a tirare dei vincenti anche se sono lontano dalla linea di fondo”. Ora un giorno di riposo prima dell’ennesima sfida contro Nadal, piena di ricordi: ”Potrei giocare anche domani” (oggi, ndr) ”ma poter riposare è un bene. Forse è positivo che non ci siano più le finali al meglio dei cinque set. Quando sono arrivato a Miami non credevo che sarebbe andata così bene perché qui le condizioni di gioco sono più lente rispetto ad Indian Wells: sarebbe stato già un grande risultato arrivare in semifinale. Rafa è sicuramente più fresco di me e poi non ha mai vinto il titolo a Miami. La finale che abbiamo giocato nel 2005 è stata un match incredibile, è stata un momento di svolta per la mia carriera. Sarà davvero speciale affrontarlo di nuovo su questo campo: ormai giochiamo l’uno contro l’altro ogni settimana” 
Per Federer è la terza finale in Florida, a undici anni di distanza dall’ultima volta (lo svizzero ha vinto il torneo nel 2005, battendo Nadal, e nel 2006, superando Ljubicic, suo attuale coach). Quella di Miami è la 139esima finale in carriera (90 i trofei già messi in bacheca, l’ultimo conquistato ad Indian Wells giusto un paio di settimane fa), la terza in questa stagione che lo ha visto trionfare agli Australian Open (18esimo trofeo Slam, record assoluto), in cinque set su Nadal, ed a Indian Wells, battendo Wawrinka. Unica “stecca” a Dubai, sconfitto negli ottavi da Donskoy con tanto di match-point a favore.

Miami stregata fin qui per lo spagnolo che in Florida non ha mai vinto, pur avendo già giocato quattro finali: nel 2005 ha ceduto a Federer, nel 2008 è stato battuto a sorpresa da Davydenko, mentre nel 2011 e nel 2014 è stato sconfitto da Djokovic. Ora ci può riprovare, e concludere nel modo migliore un torneo dove pur non avendo espresso il suo tennis migliore ha lasciato per strada solo un set, il primo contro Kohlschreiber negli ottavi (per di più perso per 6-0). In semifinale è stato molto aiutato nel primo set da Fognini, mentre nel secondo ha dovuto lottare: ”Ho giocato un ottimo primo set mentre lui ha commesso diversi errori. Nel secondo ho mancato diverse occasioni ed ho avuto qualche difficoltà un po’ per il vento e un po’ perché Fabio è in grado di alternare grandi punti ad errori. Sono contento per come ho servito”, ha sottolineato (nessuna palla-break concessa, con Fognini una sola volta arrivato a 40 sul servizio del maiorchino, ndr). Curioso l’episodio della scarpa perduta nel tentativo di recuperare un drop-shot dell’azzurro: ”E’ strano, nell’ultimo mese mi è accaduto due volte, la prima in allenamento: forse dovrei allacciarle meglio”. Lo spagnolo è soddisfatto per questi primi mesi del 2017: ”Sono contento di com’è andata la stagione sul cemento: ho vinto tante partite, sono in un’ottima posizione nella Race e questo mi da tranquillità per i prossimi tornei”.

Intanto c’è da chiudere quello in Florida e Rafa pensa che non esista una “sindrome Miami”: ”L’ultima finale l’ho giocata nel 2014 ma non avverto più pressione rispetto a quando gioco ad Indian Well o a Montecarlo. Certo sarebbe bello vincere un torneo che non ho mai vinto, ma non credo che mi cambierebbe la carriera”. Per farlo dovrà battere Roger: ”Sta giocando davvero molto bene, e quando un campione come lui gioca così rappresenta una grande sfida per chiunque”. Per il 30enne mancino di Manacor quella di domenica sarà la finale numero 104 in carriera (69 i titoli vinti, l’ultimo quasi un anno fa sulla terra di Barcellona), la terza in questa stagione: Rafa ha perso in cinque set contro Federer a Melbourne mentre ad Acapulco è stato stoppato da Querrey. Nadal non conquista un trofeo sul cemento dal torneo di Doha, nel gennaio del 2014.


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