Michel Platini a Le Monde: «Blatter voleva morire in Fifa»

Un anno dopo i suoi problemi con la Fifa e la squalifica per 4 anni, Michel Platini torna a parlare e lo fa con il quotidiano Le Monde, che ieri aveva pubblicato un lungo articolo di ricostruzione della vicenda dell’ex presidente Uefa e aspirante presidente Fifa. L’intervista sarà pubblicata sul numero di domani di Le Monde.

Platini non esclude, rispondendo a una domanda dell’intervistatore, che «un uomo vicino a Joseph Blatter, il direttore giuridico Marco Villiger, abbia informato la procura sul pagamento del 2011», i due milioni incassati da Platini che sono all’origine della procedura contro di lui: «cercavano di fare qualcosa per danneggiarmi. Le diverse istanze interne alla Fifa sono state strumentalizzate dalle persone che tiravano le fila. Ho sempre vissuto nella speranza che avrebbero detto la verità. Ma non è successo mai».

Quanto ai suoi rapporti con Joseph Blatter e agli ostacoli che quest’ultimo gli avrebbe messo sulla strada per prendere il suo posto, Platini spiega: «me l’ha detto diverse volte, voleva morire alla Fifa. Non bisogna dimenticare che io mi sono presentato quando lui si è dimesso. Non prima. Ha sempre detto che sarei stato il suo successore». La rottura «politica» - spiega l’ex juventino - «ci fu nel 2013, quando disse che si sarebbe ripresentato. Ma quella vera fu quando intervenne l’FBI, il 27 maggio 2015, a Zurigo. Avevo visto Blatter e gli avevo detto “penso che quantomeno tu debba andartene”. Se ne fregava. Pensava che sarebbe invecchiato, finito, morto e sepolto alla Fifa. Era il suo auspicio».

Platini ribadisce che rifarebbe la scelta di votare per i mondiali 2022 in Qatar e di aver sempre pensato che debba essere un torneo «di tutti i paesi del Golfo». Alla domanda se consideri archiviato il suo caso, Michel Platini - che ribadisce di essere stato ingenuo nel chiedere due milioni nel 2011 invece dei 2,8 che gli aveva promesso Blatter - risponde: «No, non è finita».

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