Figc, Andrea Abodi candidato contro Carlo Tavecchio

Per una Federcalcio «meno ruffiana, più umana e più Olimpica negli obiettivi», Andrea Abodi lancia ufficialmente la propria sfida elettorale al presidente uscente Carlo Tavecchio, annunciando che presto darà le dimissioni da n.1 della Lega di B. Il rivale l’ha saputo da ieri sera. «Carlo, in bocca al lupo, ho deciso di fare il passo avanti, sarà una competizione leale» gli ha detto al telefono Abodi, convinto che la partita del 6 marzo sia «aperta: il consenso è dentro tutte le componenti, anche in quelle che hanno detto di non votarmi».

Abodi per il momento è sostenuto dalla Lega Pro («Conosco la sua progettualità e la sua voglia di innovare e di cambiare», ha sottolineato Gabriele Gravina schierando la sua categoria che vale il 17%) e, secondo indiscrezioni, da 12-13 di club di B (in 16 lo hanno confermato presidente il primo febbraio), da circa un terzo delle società di A, dall’Assocalciatori. Inoltre potrebbe pescare fra i club della Lega Nazionale Dilettanti (che rappresenta il 34% dei voti in Figc e attraverso il presidente Cosimo Sibilia ha dato il proprio endorsement per Tavecchio) e fra i delegati dell’Associazione allenatori, anche se il presidente Renzo Ulivieri probabilmente domani si esprimerà a favore del candidato contrastato nel 2014. Anche perchè, ha notato nei giorni scorsi, Abodi «ha origini di estrema destra».

«Ci abbiamo riso sopra, ormai la geografia politica è sovvertita», ha tagliato corto il manager romano classe 1960, da sei anni e mezzo alla guida della Lega di B, che ieri ha subito avvertito della decisione il n.1 del Coni, Giovanni Malagò. E sulla questione delle firme da presentare per la sua candidatura ha puntualizzato: «Voglio che la mia sia una candidatura di sistema, non c’è fretta di raccogliere le firme nella Lega di B, che è la mia componente. È giusto e opportuno che mi candidi la Lega pro. Per me nel quadro del calcio italiano il primo riferimento è la Lega di serie A. E il principio al quale mi ispiro è il rispetto tra le componenti, nella complementarietà dei ruoli e della missione sportiva», ha notato, promettendo nel giro di 4-5 giorni una bozza di programma.

«Voglio una federazione più trasparente, moderna, libera da condizionamenti, che punti a rafforzare la sua reputazione e mettere le componenti in condizione di dare il meglio. Serve certezza sulla non interpretabilità delle norme, e la Figc deve avere obiettivi olimpici: partecipare e vincere i Giochi vale più di un Mondiale. Anche il calcio femminile deve puntare ai Giochi e il calcio a 5 va inserito nel programma olimpico - ha spiegato Abodi, che nella riunione informale con i club cadetti è stato ostacolato dal patron della Salernitana Claudio Lotito e dall’Entella -. Qualcuno ha tentato di tenermi prigioniero qui perchè non mi candidassi alla Figc. Comunque vadano le elezioni, darò le dimissioni definitive dalla B e il 7 marzo festeggerò il mio compleanno comunque felice».

Intanto Abodi («Una persona di qualità che ha sempre trasmesso una dimensione di positività», il commento di Giancarlo Abete) è pronto a confrontarsi con il suo sfidante davanti ai club cadetti nell’assemblea che si riunirà fra una decina di giorni. Lunedì andrà invece in scena l’assemblea elettiva della Lega Serie A, convocata dal presidente Maurizio Beretta poche ore dopo una lettera scritta da Tavecchio - e secondo alcuni presidenti di squadre di Serie A auspicata anche dal Coni - che in modo non dirompente chiedeva informazioni sulla tempistica dell’appuntamento. Non è scontata la conferma di Beretta e, senza un’intesa elettorale, incombe il rischio di commissariamento sulla Lega, che intanto è alle prese con la riscrittura delle linee guida per la vendita dei diritti tv e non ha ancora trovato un accordo sulla riforma di governance con l’introduzione di un ad operativo al fianco di un presidente di rappresentanza.

Domani il presidente della Sampdoria Massimo Ferrero dovrebbe presentarsi davanti ai commissari della Procura federale, che ha aperto un fascicolo per i gestacci con cui ha festeggiato durante la vittoria contro la Roma.

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