Aquila, capitan Forray esulta: «Siamo cresciuti e maturati»

«Non è stato merito mio, è stata una vittoria di squadra». Si presenta così Beto Gomes dopo la sirena finale della partita vinta dalla Dolomiti Energia Trento contro la Germani Brescia: 25 punti, sei triple, le giocate decisive in attacco e in difesa. Eppure il primo pensiero è per i compagni che gli hanno recapitato i palloni che lui ha trasformato in punti sul tabellone: «Mi hanno messo nelle condizioni di poter tirare e giocare al meglio. Senza di loro non avrei mai potuto vincere da solo». In una partita così equilibrata e vibrante però le stoccate dell’ala lusitana hanno fatto la differenza: «Il momento chiave della sfida?», prosegue Beto. «Direi il modo in cui abbiamo difeso nel secondo tempo: quel tipo di intensità ci ha permesso di vincere la partita. Lo sapevamo fin dalla palla a due, per ottenere i due punti serviva una grande prestazione difensiva. È davvero una vittoria importante perché vogliamo entrare nelle prime otto e giocarci la coppa italia, era ed è il nostro primo obiettivo stagionale e ci teniamo a non mancarlo».

Anche capitan Toto Forray è al settimo cielo: «Serviva davvero una prestazione come questa per dare continuità alla vittoria contro Varese. Sapevamo di aver lavorato bene anche quando i risultati non ci davano ragione, abbiamo insistito sulla nostra strada e ora siamo maturati e cresciuti: oggi sottolineo la nostra grande reazione mentale a partire dalla seconda metà del terzo quarto. Beto? È un giocatore fortissimo, oggi si è sbloccato ma oltre ai punti in attacco ha anche fatto un grande lavoro in difesa. Si è visto con la stoppata finale, ha impressionato anche noi...».

E coach Maurizio Buscaglia apprezza. Parecchio. «Siamo arrivati pronti alla partita - dice l’allenatore bianconero -, tatticamente, tecnicamente e mentalmente. È vero che siamo partiti male, ma siamo venuti fuori dagli spogliatoi nella maniera giusta nel terzo quarto: e la cosa migliore è che abbiamo giocato assieme davvero per tutti i 40’. Nelle scorse settimane ogni tanto facevamo tutti le cose giuste ma senza farle assieme. Stavolta abbiamo focalizzato i nostri errori e incanalato i nostri sforzi nella giusta direzione. I tiri di Gomes? Mi piace sottolineare il modo in cui sono nati, la loro costruzione. Abbiamo sempre creato spazi per quei tiri, attaccando la zona, spingendo quando serviva il contropiede. Quella penetrazione di Forray che arriva fino al ferro nel cuore del terzo quarto ha fatto scattare qualcosa: non abbiamo sempre espresso una bella manovra, ma abbiamo saputo migliorare passando dagli errori».

Brescia aveva messo in grave difficoltà l’Aquila specialmente schierando un’arcigna difesa a zona: «Un tipo di difesa che qui a Brescia ha una storia, perché è stata utilizzata da tanti allenatori anche in passato. Loro poi la giocano molto bene, ci hanno creato a tratti qualche problema ma poi ne siamo usciti bene. A proposito di ambiente e di storia, uscire dal campo con la curva dell’altra squadra che applaude è stato molto bello. Emozionante».

Il coach sconfitto, Andrea Diana, è evidentemente deluso: «Complimenti a Trento per la tenacia dimostrata. Ma c’è molta amarezza, molto rammarico. Questa è una sconfitta che potevamo evitare: abbiamo prodotto gioco di buona qualità, ma abbiamo sofferto dal terzo quarto in avanti. Non abbiamo più trovato ritmo: peccato, davvero, perché questi erano due punti importanti che avevamo a portata di mano per come si erano messe le cose».

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