Mountain bike, Missiaggia l'oro è azzurro dopo 23 anni

È la splendida vittoria della bolzanina Alessia Missiaggia nella categoria juniores donne a colorare d’azzurro il Campionato del Mondo val di Sole 2016 di mountain bike che propone tra gli elite la netta supremazia dei biker inglesi. Era 23 anni che un’azzurra non vinceva un oro Mondiale. L’ultima era stata la veronese Giovanna Bonazzi nel ’93. L’azzurra è già stata protagonista in Coppa Europa con tre successi e in Coppa del Mondo con un terzo posto quest’anno a Lenzerheide in Svizzera. Ieri la grande impresa un po’ a sorpresa. Nelle prove aveva segnato il quinto miglior tempo nelle prove cronometrate ma ieri è stata protagonista di una gara perfetta con linee di discesa impossibili da ripetere per le avversarie. Ha concluso la gara in 5’29”011.

L’argento è andato alla statunitense Samantha Kingshill (+11”946) e il bronzo alla francese Flora Leosin (+25”960), vittima tre giorni fa di una caduta con conseguente trasferimento in elicottero all’Ospedale di Trento per accertamenti.

Ma quella della val di Sole è stata una giornata ricca di scena sino all’ultimo. La Gran Bretagna ammutolisce il resto del Mondo e solo le due vittorie negli junior con la bolzanina Missiaggia e il canadese IIles contrasta in parte lo strapotere dei sudditi di Sua Maestà Britannica. Il Campionato del Mondo Mtb Val di Sole 2016 non poteva avere una chiusura più spettacolare di quella regalata dalla gara Elite maschile. Il pubblico è impazzito quando uno dei super favoriti della vigilia, lo statunitense Aaron Gwin, l’ultimo atleta a scendere sulla mitica Black Snake, ha rotto la ruota posteriore all’atterraggio del salto Val di Sole Jump a due terzi di gara, quando peraltro aveva fatto segnare il sesto tempo al secondo intermedio. Il vincitore della World Cup 2016 è stato costretto a un mesto ritiro, mancando ancora una volta la conquista dell’unico titolo che gli manca, l’alloro iridato. Ma questa non è stata l’unica sorpresa delle finali dell’Elite maschile: il campione del mondo 2015, il francese Loic Bruni, è finito fuori dai giochi per il progressivo afflosciarsi di una gomma, che l’ha fatto finire anche contro i paletti che delimitano la pista nella Chill Zone.

Fuori dal podio l’australiano Troy Brosnan e il sudafricano Greg Minnaar, 4/o (+5”877) e 7/o (+7”124).

La medaglia d’oro torna al collo del britannico Danny Hart cinque anni dopo la precedente vittoria di Champery (Svizzera) nel 2011. Questa è stata la stagione della svolta per il talento in forza al team MS Mondraker, con ben quattro vittorie di fila tra gli ultimi tre round di Coppa e questo mondiale così tanto voluto. La sua vittoria non è stata così scontata perché il suo connazionale, il 19enne Greenland, ha fatto la gara della vita facendo segnare un tempo incredibile: 3’35”411, in linea con quello ottenuto da Hart nelle prove cronometrate del sabato.

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