Dal 2018 quattro squadre italiane direttamente in Champions League

Più spazio ai club dei principali campionati, Italia compresa, senza snaturare la competizione e garantendo una finestra, e comunque più soldi, a tutti. È la logica alle base delle scelte adottate dall’Uefa per l’accesso alla Champions e all’Europa League, il cui scopo è anche quello di allontanare lo spauracchio della nascita di una Superlega europea tramite l’istituzione una società, la «Uefa club competitions SA», che dovrà delineare e gestire le competizioni per club e in cui avrà ampio potere l’Associazione europea dei club (Eca).

Le modifiche sono state approvate oggi dall’Esecutivo Uefa su raccomandazione del Comitato competizioni per club e dell’Eca e non riguardano il sistema delle due competizioni. La principale novità è che dal 2018 e fino al 2020/21 andranno direttamente alla fase a gironi di Champions le prime quattro squadre delle quattro nazioni con il ranking più alto (Germania, Inghilterra, Italia e Spagna) e la vincitrice della Europa League. Le squadre saranno giudicate individualmente, cade la quota di rappresentanza nazionale per il coefficiente dei singoli club, a meno che il coefficiente sia inferiore al 20% del coefficiente della federazione. Per calcolare il coefficiente, verranno considerati anche i successi nella storia della competizione.

L’intervento prevede anche un «significativo aumento» della distribuzione finanziaria ai club, composto da 4 pilastri (quota di partenza, risultati nella competizione, coefficienti per singoli club e market pool) e che «vedrà premiate maggiormente le prestazioni sportive».

«Le modifiche - ha spiegato il segretario generale ad interim Uefa, Theodore Theoridis - continueranno a garantire la qualificazione in base a meriti sportivi e il diritto di tutte le federazioni e dei loro club di partecipare alle principali competizioni europee». Il futuro però sarà nella mani della nuova società, società in cui metà dei direttori amministrativi verranno designati dalla confederazione e l’altra metà dall’Eca.

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