Perquisita Federcalcio francese Platini sorride, Blatter no

Blatter stupito, Platini soddisfatto: queste le reazioni dei principali protagonisti dello scandalo Fifa alla perquisizione scattata ieri negli uffici della Federcalcio francese a Parigi, della quale si è però saputo soltanto oggi dalla magistratura svizzera.


Dopo aver frugato in tutti i cassetti e gli hard disk della sede Fifa a Zurigo, gli inquirenti che hanno messo sotto inchiesta l’ex presidente Joseph Blatter per gestione irregolare e abuso di potere sono sbarcati nella capitale francese. Nel loro mirino, sempre il famoso pagamento di due milioni di franchi svizzeri (1,8 milioni di euro circa) effettuato da Sepp Blatter a favore di Michel Platini nel 2011, quando ormai quest’ultimo era presidente Uefa e non era più suo collaboratore da 9 anni.

L’Ufficio del procuratore generale di Ginevra, che ha ordinato la perquisizione, ha fatto sapere in giornata che sono stati sequestrati numerosi documenti. La Federcalcio lo ha confermato, aggiungendo che si tratta proprio di carte legate alle «modalità di collaborazione» dell’ex presidente Uefa con la Fifa fra il 1998 e il 2002, data in cui Platini afferma di aver ricoperto la carica di consigliere. Per quella carica, sarebbe poi stato remunerato 9 anni più tardi.

«Prima la giustizia svizzera avrà concluso la sua istruttoria - si sono rallegrati i legali di Platini - prima il nome di Michel Platini uscirà dalle pagine di cronaca in cui non ha nessun motivo di stare». Una reazione che sembra completamente diversa da quella di Sepp Blatter, che si è detto molto sorpreso dalla perquisizione nei locali della FFF: «Sono molto stupito - ha affermato - per la semplice e buona ragione che i due milioni di franchi svizzeri che la Fifa ha versato a Michel Platini, nel quadro di un contratto verbale che esisteva fra lui e me, non sono stati versati nè alla FFF nè all’Uefa, ma su un conto privato di Michel Platini in una banca svizzera».

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