20 ragazzi richiedenti asilo si alleneranno con l'Aquila

Conoscersi meglio, sotto canestro

Conoscersi meglio, sotto canestro. Dolomiti Energia Trentino svilupperà un programma di dieci allenamenti per richiedenti asilo presenti in Trentino con l’obiettivo di promuovere l’inclusione sociale.
L’iniziativa, che sarà realizzata insieme ad Atas e al Centro Astalli, rientra nel «One Team, One World», il progetto di responsabilità sociale creato nel 2012 da Euroleague Basketball che si propone di trasmettere, attraverso il gioco della pallacanestro, valori positivi nei contesti scolastici oppure di esclusione sociale.

Saranno coinvolti 20 ragazzi provenienti da Mali, Senegal, Gambia, Pakistan, Guinea, Somalia, Ghana, Pakistan. Coach della squadra sarà Nenad Jakovljevic, allenatore del settore giovanile della Dolomiti Energia Trentino, che in questi ultimi due mesi ha già iniziato a conoscere i ragazzi che faranno parte di questo progetto, trovando grande disponibilità e voglia di imparare, dice la società. Ogni giovedì, a partire dal 4 febbraio, il team si ritroverà così in palestra per giocare a basket insieme ad altri italiani desiderosi di unirsi alla squadra. Toto Forray, il capitano bianconero, si è messo a disposizione come «One Team Ambassador» per accompagnare e sostenere i ragazzi in questa esperienza: «Ho già conosciuto alcuni di questi ragazzi - racconta Toto - e devo dire che nonostante le difficoltà tecniche, ho trovato persone entusiaste. Poter stare vicino a questi ragazzi, contribuendo alla loro integrazione nella società è qualcosa di divertente e meraviglioso, che riempie noi giocatori di orgoglio perché ci mette nelle condizioni di fare qualcosa di importante per gli altri mettendo a loro disposizione quello che sappiamo fare meglio».

Per Luigi Longhi, presidente dell’Aquila Basket Trento), «lo sport per sua definizione deve includere: se non lo fa, l’attività sportiva perde di senso. Includere significa non fare distinzioni, cercando di trasmettere valori come impegno, determinazione e senso di appartenenza ai giovani. Esempi negativi che possono arrivarci da alcuni casi verificatisi in altre discipline sportive ci ricordano che nessuno di noi è al sicuro da fenomeni come il razzismo: in questi casi però mi piace ricordare sempre che fa più rumore un albero che cade, piuttosto che una foresta che cresce. Esempi come un progetto di respiro europeo quale One Team, di cui siamo orgogliosi di poter fare parte, sono testimonianza concreta di come si possa lavorare in questo senso».

Emiliano Bertoldi (direttore Atas): «Dobbiamo ringraziare la Dolomiti Energia per averci permesso di fare parte di questo progetto: uno degli obiettivi dell’Associazione Trentina per l’Accoglienza Stranieri è contribuire a creare delle relazioni tra i nostri ospiti e il territorio. Lo sport è senz’altro un veicolo fondamentale per sviluppare questo obiettivo, sviluppando integrazione con attività concrete».

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