Giro d'Italia, domenica l'arrivo in salita a Madonna di Campiglio

Domenica il Giro d’Italia arriva in Trentino, con la quindicesima tappa, che partirà da Marostica (Vicenza) e arriverà a Madonna di Campiglio, con traguardo a Patascoss, dove parte la «3Tre» di sci alpino. Si tratta di 165 chilometri di gara, con transito attraverso la Valdastico, la Fricca (quota 1.096), Vigolo Vattaro, discesa a Trento, attraversamento della valle dei Laghi, per poi salire a ponte Arche, passo Daone (1.298), scendere a Pinzolo e infine raggiungere Madonna di Campiglio e l’ultima ascesa fino agli oltre 1.700 metri dell’arrivo.

Lunedì la carovana rosa, che quest'anno ignora le salite dolomitiche «classiche», riparte da Pinzolo e arriverà all’Aprica, dopo le ascese, fra l’altro, del Tonale e del durissimo Mortirolo. Si tratterà di una tappa che potrebbe lasciare il segno ai fini della classifica generale.

Oggi intanto, l’italiano Sacha Modolo (Lampre-Merida) ha vinto in volata la tredicesima tappa, la Montecchio Maggiore-Jesolo di 147 chilometri. Fabio Aru (Astana) è la nuova maglia rosa.

Domani, sabato, si resta in Veneto: si disputa una cronometro individuale di 59,4 chilometri con partenza da Treviso ed arrivo a Valdobbiadene.

Sarà un sabato in cui la classifica generale si ridefinirà con i primi, inesorabili verdetti. Domani si disputa la 14esima frazione, la Treviso-Valdobbiadene, una cronometro individuale di 59,4 chilometri, nelle terre del Prosecco, che resterà indigesta a molti e che farà capire chi potrà davvero ambire alla maglia rosa.
Primi 30 chilometri senza alcuna difficoltà e dunque si potrà viaggiare a velocità elevato; poi il tracciato offrirà continui saliscendi dove sarà vietato distrarsi.

In assenza di specialisti del calibro del tedesco Tony Martin e dello svizzero Fabian Cancellara, quella di domani è una sfida contro il tempo senza vincitori annunciati.
La cronometro è senza favoriti assoluti anche per Francesco Moser, specialista delle sfide contro il tempo, esperto di strade del Giro d’Italia.

«Alla fine - dice l’ex velocista trentino, per anni detentore del record dell’ora stabilito nel 1984 a Città del Messico - potrebbe spuntarla proprio Contador. Sono tre gli indiziati per la vittoria finale: il colombiano Uran Uran, l’australiano Porte e l’attuale maglia rosa. Di cronometro lunghe come quella di domani non ne ho mai fatte. È una prova che può lasciare distacchi pesanti. Nella crono i corridori guadagnano o perdono dei secondi al chilometro e non è tutto: nella seconda parte del percorso di domani ci sono delle salite».

Secondo Moser, vincitore del Giro 1984, a Verona, vincerà «chi più di ogni altro sa risparmiarsi, dosare le energie». «Che rapporti bisogna usare? A mio avviso è sempre meglio un dente più agile rispetto a uno più duro. Bisogna anche considerare il meteo: se piove devi perdere velocità nelle curve, per non rischiare di cadere, e poi riacquistarla. Così fai più fatica».

Chissà come avrebbe preparato la prova di domani, Francesco Moser. Proprio lui, grazie a una crono, riuscì a sfilare di dosso la maglia rosa a Laurent Fignon al Giro 1984. «Oggi quelli che puntano alla vittoria della crono, o comunque a fare classifica, si risparmieranno. Non si esprimeranno sui 50 all’ora, ma fra i 48-49, per via dell’ondulazione del percorso. Sarà difficile, dura, perché sei solo ed è come se lottassi contro te stesso».

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"429991","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"950","width":"950"}}]]

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"429996","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"744","width":"991"}}]]

 

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"430046","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"1019","width":"1185"}}]]

comments powered by Disqus