Juve, la notte più attesa L'obiettivo è Berlino

L'emozione della vigilia della «partita più importante» si tocca con mano, si vede negli sguardi, si sente nelle parole dei bianconeri, che pure cercano di non tradire emozione. Ma la Juventus, arrivata a Madrid a contendere al Real il posto in finale, spera che sia solo il preludio ad una notte ancora più emozionante, da vivere in campo il 6 giugno a Berlino. Un traguardo forse impensabile dieci mesi fa quando Allegri aveva appena raccolto il testimone lanciato da Conte, ma che adesso è lì dietro l'angolo, 12 anni dopo la finale di Manchester persa ai rigori contro il Milan.


Da allora acqua ne è passata tantissima sotto i ponti: Calciopoli, la retrocessione a tavolino in B, l'inaugurazione dello "Stadium", la rinascita sotto la gestione Andrea Agnelli, i tre scudetti consecutivi dell'era Conte. Ecco perchè quella di domani al Santiago Bernabeu «è - spiega Gigi Buffon - la partita dell'orgoglio di tutto il mondo Juve: di noi giocatori, dello staff tecnico, della società, dei tifosi. Nessuno pensava che già quest'anno potessimo arrivare così lontano, siamo andati oltre alle più rosee aspettative. Ma adesso siamo qui, a giocarci una finale che ci offrirebbe una chicca ancora più grande, la conquista della Champions. Quindi, domani dovremo fare di tutto per non avere poi rimpianti. E quindi dovremo giocare a calcio nel modo che ci è più congeniale». «Il cammino fin qui è stato stupefacente, ma ognuno di noi dentro culla il sogno», conclude il portiere.


Tornerà Pogba, in Champions quasi due mesi dopo la temporanea uscita di scena di Dortmund, e questa volta Allegri non dovrebbe stupire con sorprese nella formazione, tipo lo Sturaro messo all'andata con il Real al posto di Pereyra. Sarà 4-3-1-2, con Vidal davanti a Marchisio-Pirlo-Pogba e davanti a Morata-Tevez. «Non partiamo di certo con l'idea di gestire il piccolo vantaggio che abbiamo, sarebbe un errore contro il Real che in casa accentua ancora di più caratteristiche del suo gioco offensivo. Anzi- prosegue l'allenatore bianconero -, la partita dell'andata l'ho ...annullata. Dobbiamo viverla come fosse una gara secca. A Montecarlo puntare allo 0-0 poteva avere un senso, questa volta no, non finirà senza reti. Perciò dovremo interpretare i 95' in un modo diverso, sapendo che saranno 95' lunghissimi, interminabili. Non sarà una partita come le altre, è in gioco la finale di Champions, che per ogni allenatore, quando inizia la sua carriera, è l'obiettivo massimo da raggiungere. Dovrò stare tranquillo anch'io, a godermi questa serata così speciale, sperando di fare un risultato importante che ci permetta di arrivare a Berlino».


L'Olympiastadion dei sogni, come 9 anni fa per la finale dei Mondiali, il trionfo dell'Italia sulla Francia: «Sono passati 9 anni - riflette Buffon - nel 2006 ne avevo 28, oggi sono ancora più maturo. Conosco le emozioni forti di queste vigilie, ma non ci ho mai fatto il callo. Giusto così, altrimenti, avrei preso in considerazione l'idea di smettere. Ma dal 2006 ad oggi non ho mai avuto il minimo dubbi, neppure quando ho avuto un grave infortunio (l'operazione alla schiena, ndr). Ma adesso alla finale non dobbiamo pensarci, concentriamoci sul Real: dovremo affrontare la partita con serenità ma anche con la consapevolezza di potercela fare. Siamo pronti».

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