L'Energy attende Perugia Pericolo Atanasijevic

di Guido Pasqualini

In finale, contro tutti i pronostici formulati nel precampionato, c'è già arrivata due volte: in Coppa Italia e in Coppa Cev. Ha dovuto cedere, prima a Modena e poi alla Dinamo Mosca al termine di una incredibile rimonta purtroppo incompiuta.
Da oggi, però, con gara 1 della semifinale scudetto di SuperLega in programma al PalaTrento (fischio d'inizio alle ore 18, diretta televisiva da RaiSport 1, cronaca diretta ed integrale su Radio Dolomiti e aggiornamenti su www.ladige.it.) per l'Energy TI Diatec in palio c'è la finale che vale una stagione, quella per il titolo tricolore. Di fronte avrà la Sir Safety Perugia che la finale l'aveva già conquistata l'anno scorso eliminando, al termine di una splendida serie di semifinale, la Copra Piacenza, salvo poi inchinarsi alla Lube Macerata nella lotta per lo scudetto.
Trento si presenta ai nastri di partenza con i favori del pronostico: ha vinto la regular season, ha chiuso la serie dei quarti di finale con l'Exprivia Molfetta in due sole partite e, in questa stagione, ha sconfitto tre volte su tre Perugia.
Epperò la storia dei playoff insegna che non si può mai dare nulla per scontato. Per informazioni, chiedere alla Lube Treia, i campioni uscenti che hanno già dovuto abdicare allo scettro dopo aver perso, nei quarti di finale, le due partite in casa contro una Latina senza centrali titolari.


Mister Radostin Stoytchev, solito a gettare acqua sul fuoco, questa volta usa l'idrante: «Abbiamo grande rispetto per i nostri avversari - spiega - perché sappiamo come i precedenti di questa stagione e di quelle scorse non contino più in gare come queste. Spero che il nostro pubblico possa aiutarci ma, come si è visto nella serie dei quarti di finale con Verona, per Perugia giocare in trasferta o in casa non fa grande differenza. La Sir Safety in rosa ha giocatori molto interessanti. Forse durante il campionato non si è espressa al massimo del suo potenziale, ma adesso è in grande ripresa. Da tempo è conosciuta come una squadra di grande carattere, difficilmente molla la presa e la vittoria con Verona ha dato loro un'ulteriore spinta motivazionale. Teniamo conto di tutti questi aspetti per prepararci ad una serie di partite di alto livello, difficoltà e sicuramente caratterizzata da grande equilibrio».
«Come si fa a battere Trento? Bisogna giocare bene a pallavolo», replica da parte sua un Nikola Grbic sornione. Ma vediamo punti di forza e debolezza delle due squadre.


Le armi in più di Trento.
L'Energy Diatec avrà il vantaggio di poter giocare gara 1 e l'eventuale bella in casa. Al PalaTrento, in questa stagione, si è imposta soltanto la Dinamo Mosca. La speranza è che questo match riaccenda l'entusiasmo dei tifosi, che non hanno brillato per presenza nei quarti con Molfetta.
Anche se Stoytchev giustamente rileva che conta nulla, il fatto di aver vinto i tre precedenti stagionali offre a Trento la consapevolezza di poter imporsi anche in questa occasione anche perché nelle due partite vinte ai tiebreak i gialloblù hanno saputo rimontare (dallo 0-2 a Perugia, dall'1-2 in Coppa a Bologna). Senza contare che in organico ora c'è anche l'opposto Mitar Djuric, la cui presenza in campo dovrebbe diventare sempre più importante in questo finale di stagione.
La Diatec, inoltre, dovrebbe essere più fresca, visto che ha chiuso i quarti domenica scorsa mentre Perugia mercoledì ha giocato fino a tarda sera per avere ragione di Verona.
Infine Trento può contare sull'esperienza di giocatori come Birarelli, Kaziyski, Zygadlo e lo stesso Djuric, abituati a disputare match d'alto livello.


Il tallone d'Achille dell'Energy.
Paradossalmente l'unico vero problema di Trento è quello di essere favorita e di non riuscire quindi a gestire la pressione.

I punti di forza di Perugia.
L'asso nella manica risponde al nome di Aleksandar «Magnum» Atanasijevic, bomber e mvp del campionato. Trento dovrà limitarlo, forzando il servizio e quindi costringendo il palleggiatore De Cecco ad attacchi scontati, e contenendolo a muro. Nei tre precedenti stagionali l'impresa è parzialmente riuscita, visto che in tutte le occasioni l'opposto serbo è rimasto sotto la sua media di attacchi vincenti (49,9%): 47% nei due match di campionato, 41% in Coppa.
La Sir non ha nulla da perdere e, scontata in regular season la mancata abitudine al doppio impegno campionato-Champions, ora ha rialzato i suoi ritmi. Inoltre è carica d'entusiasmo per la rimonta riuscita ai danni di Verona nei quarti e ha tanta voglia di rivalsa dopo aver perso la finale dello scorso anno.

Il tallone d'Achille della Sir.
Accanto ad Atanasijevic e al tedesco Fromm, manca un'altra mano pesante. Inultimente prima di iniziare i playoff l'ha cercata sul mercato, dovendo alla fine rinunciare all'ingaggio dello statunitense Anderson, infortunato. Grbic, accantonati di fatto Sunder e Maruotti, si è affidato all'immarcescibile Vujevic. Bravissimo, per carità, ma la sua carta d'identità parla chiaro: 42 anni. Arrivasse allo scudetto, sarebbe probabilmente un record.

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