Rottura dei legamenti: stagione finita per De Aliprandini

di Luca Perenzoni

Si è rivelato più grave del previsto l’infortunio occorso martedì a Luca De Aliprandini durante la prima manche del gigante NorAm di Aspen: la sua stagione è di fatto conclusa. Il ventiquattrenne finanziere di Tuenno è rientrato ieri in Italia e si è subito sottoposto ad una risonanza magnetica presso la clinica la Madonnina di Milano che ha potuto evidenziare la gravità della situazione del suo ginocchio sinistro: la supposta distorsione si è rivelata invece un trauma ben più grave, con rottura del legamento crociato e del legamento collaterale dell’articolazione. Una diagnosi purtroppo sempre più frequente nel panorama dello sci e che di fatto significa stagione finita. Nei prossimi giorni il «Finferlo» noneso verrà operato per la ricostruzione dei legamenti dopodiché potrà iniziare il lungo percorso di recupero e riabilitazione che dovrebbe riportarlo sulla neve verso la prossima estate.

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«È stata una classica inforcata in una porta che però ha avuto effetti devastanti - ha dichiarato De Aliprandini -. È una botta che non ci voleva a questo punto della stagione, anche perché avevo cominciato bene: devo rinunciare alle gare preferite e ai mondiali, peccato, davvero. Però sono giovane e avrò tutto il tempo per tornare in pista competitivo».

Dopo Manfred Moelgg ed Alex Zingerle il gigante azzurro perde così un’altra punta e lo fa proprio in apertura del periodo caldo per gli specialisti delle porte larghe: domenica la Birds of Pray di Beaver Creek ospiterà la prova generale dei prossimi mondiali di Vail di febbraio, quindi il 21 dicembre toccherà alla sfida sulla Gran Risa per poi approdare sulla Kuonigsbergli di Adelboden ad inizio 2015.

L’infortunio rimediato ad Aspen impedirà poi a De Aliprandini di inseguire la personale rivincita all’Alpine RockFest della Paganella: nella passata edizione il noneso aveva sfiorato il super-premio arrendendosi solo in finale a Ted Ligety. Le nevi di Aspen, inoltre, si erano rivelate già infide per un’altra trentina, la fassana Chiara Costazza che proprio nella località del Colorado e proprio in un gigante (ma di Coppa del Mondo) aveva riportato la lesione del tendine d’Achille che ne ha limitato sensibilmente la seconda parte di carriera.

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