Aquila, overtime fatale: la Coppa va a Biella

Guardando festeggiare la gagliarda Biella, l'Aquila di coach Buscaglia ha potuto uscire dal parquet di Rimini con l'amaro in bocca ma tenendo fieramente la testa alta, anzi altissima. Perché ha lottato, col cuore, con umanità, fino alla fine di una gara infinita, una battaglia vera e propria. Perché ha lasciato tutto su quel campo. Sudore, grinta, carattere e perfino sangue (quello di un meraviglioso Triche). Anche nell'overtime, raggiunto in extremis con una prodezza del generosissimo «Spongi» e poi giocato con commovente impegno, ma obiettivamente senza concrete speranze di vittoria

di Carlo Azzolini

Guardando festeggiare la gagliarda Biella, l'Aquila di coach Buscaglia ha potuto uscire dal parquet di Rimini con l'amaro in bocca ma tenendo fieramente la testa alta, anzi altissima. Perché ha lottato, col cuore, con umanità, fino alla fine di una gara infinita, una battaglia vera e propria. Perché ha lasciato tutto su quel campo. Sudore, grinta, carattere e perfino sangue (quello di un meraviglioso Triche). Anche nell'overtime, raggiunto in extremis con una prodezza del generosissimo «Spongi» e poi giocato con commovente impegno, ma obiettivamente senza concrete speranze di vittoria. Quel maledetto infortunio di BJ Elder, una contrattura maligna al tricipite, che ancora lo perseguita, i crampi di Baldi Rossi, il taglio appena sopra l'occhio di Triche e l'uscita per falli degli irriducibili Pascolo e Forray non lo permettevano. Eppure raccontano di un'Aquila che non ha mollato, mai. Che ha certamente sbagliato qualcosa di troppo, perché aveva cominciato benissimo e poi si è lasciata rimontare con troppa facilità, ma che, allo stesso tempo, di fronte alle difficoltà non si è arresa.
Ed è questo che conta di più in vista del prossimo finale di stagione. Dove i trentini, va detto, dovranno però arrivare in condizioni fisiche e mentali migliori di quelle con cui si sono presentate in questo torneo. Dati per assodati il carattere, la solidità e l'identità, infatti, la squadra in questa due giorni è apparsa un po' troppo stanca e poco lucida nei momenti chiave. Eccetto nel primo tempo, dove il folto pubblico trentino giunto a Rimini inizia ad applaudire un'Aquila in palla, concentrata e solida. Un'altra rispetto alla semifinale. Ringhia in difesa come non mai e con un indemoniato Triche vola addirittura a +11 (2-13). Impatto deciso grazie all'americano che ruba la scena davanti agli occhi dell'attentissimo ct Pianigiani. Biella si stordisce, ma poi recupera con Voskuil (splendido tiratore), Hollis e Infante. Torna l'equilibrio. Si gioca a viso aperto: due squadre giovani, vivaci ed ambiziose. Ritmi altissimi. Alla prima sirena conduce un'ottima Aquila (17-24). Pascolo lavora nell'ombra, «Spongi» aggiunge fantasia alla costanza di Forray e alla classe di Elder. Con l'ennesimo contropiede arriva addirittura il +10 (21-31). Secondo time out di emergenza per coach Corbani. Inutile per evitare il +13 bianconero. Un bottino che Pascolo cerca di difendere mostruosamente stoppando chiunque. I piemontesi, però, chiudono 36-41 il primo tempo.
Trento gioca ogni azione come fosse l'ultima. Anche di fronte alle fiammate di Hellis e Lombardi che insieme riportano il -4 biancoblu. Si fa dura, Biella non cede. Arriva a -3, ancora con Hellis, lungo dalla mano calda come Baldi Rossi. Bel duello. Meno bello il quarto fallo di Elder, che esce pure zoppicando. Mentre tocca ferro, Buscaglia chiama time out sul 52-54. C'è da soffrire. L'inerzia è per l'Eurotrend che firma il 58-54 con cui si entra nell'ultimo quarto. Buscaglia chiama BJ ad alzarsi dalla panca: riceve un «no» con la testa. L'americano ha troppo dolore. Quintetto precario: tocca a Triche e a Pascolo guidare la rimonta. Ci provano, ma è impossibile contenere gli attacchi di Biella, favorita pure da tre falli di fila di Lechthaler. Entra Baldi Rossi, BJ, intanto, «corricchia» vicino alla panchina. Per fortuna c'è il devastante Triche a mandare avanti l'Aquila. Segna ogni volta. Punto a punto tesissimo. Ne sa qualcosa Pascolo, imperioso e sapiente nei momenti delicati. 76-77 al 39'. Triche si taglia lo zigom in un contrasto fortuito con Raspino ed è costretto ad uscire sanguinante (il dottor Tenuti interviene con disinfettante e bendaggio) per Elder, che entra zoppicando. Poco dopo lo segue pure Forray, giunto al 5° fallo. Nel frattempo Voskuil mette il +1 per Biella a 29'' dalla fine (78-77). Che lotta. Almeno rientra Triche, ma non basta a impedire il fallimento di un possesso fondamentale. Dall'altra parte Biella manda Voskuil in lunetta per il +3, mancano 9''. Giusto il tempo per il «gol» di Spongi che quasi allo scadere manda all'overtime. Incredibile. 80 pari. Quante emozioni. Come quelle che arrivano ad ogni tripla di Voskuil. È lui a scavare il divario di fronte ad un'Aquila stanca e cortissima. Già perché Escono pure Triche e Pascolo per falli. Tegola pesantissima, cui non supplisce la generosità dei più giovani. Siamo 96-90 a 1'40'' dalla fine. L'Aquila è esausta, ma guarda la coppa allontanarsi con onore.

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