La lettera dell'allenatore alla mamma del bimbo «scarso»

Una mamma vuole ritirare il proprio figlio dalla squadra di calcio perché "scarso". Ma l'allenatore non ci sta e le scrive una lettera. Bellissima. Il mister si chiama Andrea Checcarelli e le sue parole sono state pubblicate sul sito della Real Virtus, società di Passaggio di Bettona, in provincia di Perugia. Una lettera che sta facendo il giro del web. Eccola

46781_94092.jpgUna mamma vuole ritirare il proprio figlio dalla squadra di calcio perché "scarso". Ma l'allenatore non ci sta e le scrive una lettera. Bellissima. Il mister si chiama Andrea Checcarelli e le sue parole sono state pubblicate sul sito della Real Virtus, società di Passaggio di Bettona, in provincia di Perugia. Una lettera che sta facendo il giro del web. Eccola.

 

LA LETTERA

"Salve signora! Per me che ho allenato un anno suo figlio, sapere che è sua intenzione quella di interrompere l'attività, è un piccolo-grande fallimento da allenatore. Un fallimento non solo come tecnico, ma anche come persona, indipendentemente da quelle che sono le problematiche singole del bambino, della famiglia.

 

Non essere riuscito a coinvolgerlo a pieno, a stimolarlo, ad integrarlo al meglio all'interno della squadra, a fargli migliorare quei limiti quel tanto che sarebbe bastato, a farlo considerare "più bravo" da se stesso, ma anche da sua madre..

Volevo comunque dirle che suo figlio non sarà stato il migliore fisicamente, tecnicamente, tatticamente, ma eccelleva, era il più bravo per la sua attenzione, per l'applicazione delle direttive dategli. Per il rispetto che ha sempre dimostrato nei miei confronti, durante gli allenamenti ed alle partite. In questo era il migliore. E' sicuramente il migliore, basta farlo continuare a giocare, se è quello che lui vuole!

 

Con tutte queste qualità umane, si può migliorare tantissimo, lavorando per colmare i suoi limiti. Glielo dice uno che, una volta, non aveva spazio a Passaggio di Bettona, nella squadra dei suoi amici e coetanei.

A 14 anni stavo per smettere, andai a giocare in un altro ambiente, a Cannara, e trovai il modo di esprimere al meglio quello che avevo dentro. Di migliorare, di vincere tante partite, tante quante ne avevo perse a Passaggio quando, oltretutto, non venivo molto considerato dall'ambiente e dal' allenatore.

A Passaggio di Bettona ci sono tornato a 20 anni, dopo aver vinto anche un campionato juniores nazionale per squadre dilettanti, con il Cannara. Ci sono tornato, perché mi hanno cercato loro (evidentemente qualcuno non mi aveva considerato quanto meritavo in passato) ed ho giocato e vinto tanto.

Ho vinto anche un campionato anche a Passaggio, prima di infortunarmi e di smettere di giocare qualche anno fa ma smettere di giocare è una delle poche cose che cambierei del mio passato, glielo assicuro!

Anche perché nel calcio sono riuscito a dimostrare me stesso che con la passione ed il lavoro si possono ottenere grandi soddisfazioni personali, senza sotterfugi di sorta, in maniera pulita. Solo facendosi "un culo così", insomma.

Aggiungo che le qualità che ha suo figlio, non sono assolutamente secondarie all' interno di un contesto di gruppo. Così come è giusto cercare di educare,punire,ma non emarginare,un bambino dotato tecnicamente, ma maleducato, è altrettanto giusto permettere a che è dotato di altre qualità e meno di altre, di potersi comunque esprimere.

Oltretutto in un contesto come la Real Virtus. Una società che offre un servizio alle famiglie ed ai bambini del posto, più per funzione sociale, che per spirito competitivo, di vittoria, di primato. E' bello vedere che gli amici del paese, possano avere un luogo di ritrovo, per la propria crescita, visto che il nostro paese non ne offre di tantissimi.

Le qualità di suo figlio, sia nella vita settimanale del gruppo che nella domenica di gara, sono molto importanti per la squadra. Anche per raggiungere quei risultati che, ogni tanto, fanno bene al gruppo stesso. Perché suo figlio, soprattutto grazie a voi genitori, è un bambino che è contento di giocare anche solo 5 minuti. Si impegna, col sorriso. Fa un po' da contraltare rispetto a chi, dotato tecnicamente, gode della fiducia del mister, a volte, non meritandosela. E gioca magari controvoglia. Non so se c'era quando fece gol: io mi ricordo bene.

È stato molto bello vederlo esultare. Una scena quasi da film....chi l'avrebbe mai detto? Forse neanch'io, di certo....però il calcio è anche questo. Se ha avuto quella piccola gioia, se l'è sudata tutta, suo figlio. Per questo è più bella!

Non lo privi di quei 5 minuti se per lui sono importanti.


Alla squadra mancherebbe anche un genitore come te. In un contesto dove tutti gli animi sono esagitati, c'è maleducazione, esasperazione, persone che credono di essere mamma e papà di Messi, Maradona e Van Basten, la sua voce fuori dal coro ed il suo profilo basso sono un esempio per gli altri genitori.

Ma forse, mi permetta di dirglielo, è un po' troppo fuori dal coro. Talmente tanto che finisce per uniformarsi al coro stesso...se lascia perché suo figlio "è scarso", diventa come quelli che credono di avere il figlio "forte" e sbraitano da fuori alla rete, peggio dei cani randagi, pretendendo spazio e importanza.

E questa fine non se la meriterebbe, non la rappresenterebbe.

Nel calcio ci vorrebbero più bambini come suo figlio e più genitori come lei. Pensaci e pensateci, anzi: ripensateci!".

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