Prandelli maestro di vita, sarà a Rovereto

Cesare Prandelli, l'allenatore della nazionale di calcio, sarà a Rovereto il prossimo 15 aprile. Ma stavolta non avrà la squadra al seguito, perché nella città della quercia non arriva in occasione di un'amichevole. È stato chiamato a parlare con i ragazzi di sport inteso come «palestra di vita», e chi meglio di lui può offrire alle nuove generazioni un esempio in tal senso? A volerlo come testimonial di un pomeriggio che si preannuncia eccezionale (l'incontro è fissato alle 16 all'auditorium Melotti del Mart) è l'associazione culturale Conventus

Cesare Prandelli, l'allenatore della nazionale di calcio, sarà a Rovereto il prossimo 15 aprile. Ma stavolta non avrà la squadra al seguito, perché nella città della quercia non arriva in occasione di un'amichevole. È stato chiamato a parlare con i ragazzi di sport inteso come «palestra di vita», e chi meglio di lui può offrire alle nuove generazioni un esempio in tal senso?
A volerlo come testimonial di un pomeriggio che si preannuncia eccezionale (l'incontro è fissato alle 16 all'auditorium Melotti del Mart) è l'associazione culturale Conventus, che mai prima d'ora aveva spaziato con le sue proposte nel mondo dello sport. «E devo dire che se mi fosse stato proposto qualche altro nome al posto di Cesare Prandelli, penso proprio che non avrei accettato» svela Sergio Mattuella, presidente dell'associazione. L'idea infatti è venuta dal suo vice, Elena Albertini, ed è stata accolta con grande entusiasmo proprio per i valori che Prandelli ha saputo trasmettere in questi anni anche al di fuori del campo da gioco.
L'invito a partecipare all'incontro con il grande allenatore viene rivolto in modo particolare ai ragazzi: agli studenti ed a chi fa parte di una società sportiva, proprio perché l'intento dell'associazione è quello di far capire ai giovani il valore aggiunto dello sport, che Cesare Prandelli ha ben interpretato nella sua vita di sportivo e di uomo. Sarà lui a raccontarlo, ma saranno soprattutto i ragazzi ad interrogarlo su questo argomento. La parola passerà a loro, alle loro domande e curiosità, ai loro messaggi per mister Prandelli che inevitabilmente toccheranno anche la nazionale di calcio. Perché sarà difficile resistere alla tentazione di chiedergli qualche indiscrezione sui campioni che vestono la maglia azzurra, ma sarà ancor più interessante ascoltare l'esperienza di un uomo che ha vissuto da protagonista come giocatore prima (vestendo le maglie di Cremonese, Atalanta e Juventus) e come allenatore poi (dalle giovanili dell'Atalanta alla nazionale, passando per altre sette squadre: Lecce, Verona, Venezia, Parma, Roma e Fiorentina).
E poi Prandelli è un padre (il primogenito Niccolò è anche preparatore atletico della nazionale, dunque un suo collaboratore) che sa parlare ai ragazzi allo stesso modo in cui sa spronare i suoi giocatori durante le partite all'interno degli spogliatoi. In attesa dei mondiali in programma per il 2014, ha conquistato l'argento agli Europei l'estate scorsa, ma l'insegamento più grande che può dare con la sua esperienza viene da una sconfitta: nel 2004 venne ingaggiato dalla Roma per allenare la prima squadra ma rifiutò l'incarico per poter restare al fianco della moglie, per aiutarla a combattere la difficile battaglia contro il cancro che purtroppo non le ha lasciato scampo. Una partita persa, ma che hanno giocato fino in fondo. Insieme.

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