Dario Cologna,  un oro trentino

Dario Cologna è il Roger Federer dello sci nordico. Potenza, talento, equilibrio e tanta intelligenza tattica ed agonistica. Dario 1° è salito sul trono della val di Fiemme con una travolgente azione di forza a 2 chilometri dal traguardo di uno skiathlon giocato con esasperato tatticismo da marcatura stretta dei favoriti nella componente di passo alternato e con una strategia "ciclistica" nella parte di passo pattinato. Ha trionfato anche il Trentino, culla del primo oro mondiale del campione del Canton Grigioni ma con chiari geni nonesi dalla parte del padre RemoIl sito speciale per Fiemme2013

di Stefano Parolari

nuova_cartella_530_9686114LAGO di TESERO - Dario Cologna è il Roger Federer dello sci nordico. Potenza, talento, equilibrio e tanta intelligenza tattica ed agonistica. Dario 1° è salito sul trono della val di Fiemme con una travolgente azione di forza a 2 chilometri dal traguardo di uno skiathlon giocato con esasperato tatticismo da marcatura stretta dei favoriti nella componente di passo alternato e con una strategia "ciclistica" nella parte di passo pattinato.
Ha trionfato anche il Trentino, culla del primo oro mondiale del campione del Canton Grigioni ma con chiari geni nonesi dalla parte del padre Remo.

 

Hanno perso clamorosamente i russi e il guerriero vichingo Northug, che si è messo al collo la medaglia di cartone dopo essere stato sorpreso dalla «sgasata» di Cologna, battuto anche dai suoi gregari - di lusso naturalmente - Roethe e Sundby. Era addirittura scivolato perdendo l'equilibrio, subito dopo la partenza alla prima vera rampa, il buon Cologna ma è stato uno spavento del tutto attutito. Uno sbandamento può essere fatale nello sprint (vedi la Kowalczyk giovedì) ma non in uno skiathlon che si decide nello skating.


Forti della volontà di regalare un altro storico tris o poker al primo ministro Stoltenberg, sulla scia dell'impresa in rosa di qualche ora prima, i colossi del team norvegese hanno cercato più volte di mettere in difficoltà la "potenziale maglia rosa" (per tornare al paragone tattico su due ruote), cioè il favorito elvetico. Ma quando sembrava che Cologna potesse essere sfiancato dagli attacchi dei due scandinavi saliti sul podio più Gjkerdalen il terzo guastatore, è stato lo svizzero dominatore di tre Coppe del Mondo e un'Olimpiade, ad innestare il turbo micidiale con il primo assaltatore della «maglia rosa», Northug, intruppato al 16° posto. Poi lo spavaldo vichingo ha avviato un'inutile rimonta, conclusa con una beffarda medaglia di legno. Anche i russi e tutti gli altri, compresi gli azzurri che in classico erano rimasti a portata delle prime posizioni con Di Centa e Noeckler mentre Clara è rinvenuto nella sua specialità preferita in skating, sono rimasti schiacciati dalla lotta tra Cologna e i norvegesi.


Non sono più i tempi delle emozioni regalate da De Zolt, Albarello, Vanzetta, Fauner, Zorzi, Piller e dello stesso Di Centa. Continua lo «sprofondo» azzurro in questo mondiale fiemmese, ma anche Legkov (primo ad uscire dal pit stop ma con tutti addosso), Vylegzhanin e Belov non sfoderano acuti in uno skiathlon orfana del kazako Poltoranin (pare abbia preferito puntare su altre gare).


L'ultimo giro è emblematico della «schizofrenia» di una specialità giocata sulla solidità mentale e sullo spunto bruciante: attaccano i norvegesi Gjerdalen, Roethe e Sundby, quest'ultimo artefice della prima "scrollata" vera della gara dopo il pit stop (cambio di sci e di bastoncini dopo i 15 km di classico avviando i 15 di pattinato) poi ripreso all'ultimo giro, che sembrano pronti a scatenare l'inferno.


Nel cambio ritmo doveva iniziare la passerella di Northug, invece è decollato Cologna travolgendo ogni velleità dei rivali, cancellando ogni aspirazione di italiani, tedeschi, svedesi e francesi. Un'azione di rara capacità e di debordante potenza quella del campione con avi trentini, della val di Non, determinato a conquistarsi la prima soddisfazione mondiale.
In qualche maniera hanno cercato di riportarsi sottio i norvegesi con Northug palesemente poco lucido, Sundby che ha rifiatato ed aveva ripreso a mulinare i bastoncini mentre sembrava scoppiato, e Roethe che ha avuto costanza di rendimento e di fiato. Cologna ha inflitto 2 secondi ai norvegesi finiti sul podio e più di 5 a Northug rovinando l'en plein scandinavo della giornata e regalandosi una soddisfazione dorata. In pieno contrasto, ma nel segno di un potente spirito decoubertiano dell'importante è partecipare, i ritiri ancora nel classico degli arrancanti Madja del Togo e Sherpa del Nepal. Anche per loro applausi nel giorno del re elvetico-trentino.

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