Matteo Trentin  andrà alle Olimpiadi

Il borghigiano convocato da Bettini nella nazionale italiana. «E' presto - per pensare già ai ruoli e a come si affronterà la gara. Gara tra l'altro anomala, difficile da controllare visto che si è in 5. Io ora devo solo pensare a prepararmi al meglio per essere fra quei cinque. Di come impostare la corsa secondo me sarà più che sufficiente parlarne il giorno prima, ben sapendo che poi in gara, comunque, bisognerà essere pronti a modificare i piani in relazione agli avversari e alle forze».

di Pietro Gottardi

TRENTO - La notizia ufficiale della convocazione per le Olimpiadi, lo ha raggiunto a Livigno, dove sta svolgendo uno stage di allenamento in altura. Lavoro duro, diventato improvvisamente per Matteo Trentin qualcosa di bello, da affrontare con un incredibile supplemento di ferocia ed entusiasmo vista la prospettiva olimpica.
«Contento? Di più! - è la prima risposta del giovane professionista di Borgo -. Figurati che io ero già al settimo cielo quando ho saputo di essere nell'elenco degli otto osservati speciali del ct Bettini. Ora che sono nei sei che materialmente partiranno per Londra posso solo dire che è una cosa gigante e che sarà un'esperienza da vivere al mille per mille».
In effetti partecipare all'evento sportivo per eccellenza è un'enorme soddisfazione in sé, considerato che le Olimpiadi si disputano ogni quattro anni e vi partecipano 5 atleti per nazione...
«E' una roba che mi riempie di orgoglio. Qualcosa che all'inizio di questa stagione nemmeno nelle mie più rosee aspettative avevo osato anche solo pensare».
Stagione, tra l'altro, che è la tua prima intera fra i professionisti, in cui, specie nelle classiche, hai impressionato tutti per l'autorevolezza e la forza con cui le hai affrontate, aiutando e imparando da Tom Boonen.
«Penso che proprio lì Bettini si è fatto una buona idea del sottoscritto».

 

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