Muore Simoncelli Tragedia al MotoGP

Marco Simoncelli è morto per le conseguenze del grave incidente nel quale è rimasto coinvolto sulla pista di Sepang nel Gp della Malaysia. A dare la notizia è stato il responsabile della comunicazione della Dorna. Simoncelli, 24 anni, era giunto in arresto cardio circolatorio al centro medico della pista La galleria fotograficaIl video dell'incidente Il tuo ricordo La carriera di Sic

simoncelliO re 16.56 di Sepang, le 10.56 italiane: Marco Simoncelli non c'è più. L'atmosfera irreale del paddock si trasforma nel più muto dei silenzi, l'incubo peggiore diventa realtà e un anno dopo la morte di Tomizawa il Motomondiale è di nuovo in lutto. Quello di Sepang doveva essere un tranquillo weekend per la MotoGp, col titolo iridato già nelle mani di Casey Stoner. Super Sic scivola, la sua moto impatta con quella dell'accorrente Colin Edwards e anche Valentino Rossi viene coinvolto ma il Dottore riesce a finire sull'erba, rimanendo in sella. Anche Edwards si rialza ma Simoncelli no: il corpo del 24enne centauro romagnolo rimane immobile a terra, la testa scoperta perchè il casco è volato via nell'impatto.

I volti dei piloti sono tirati, la fidanzata di Simoncelli, Kate, è in lacrime mentre il padre Paolo scuote il capo. Dall'alto arriva anche un elicottero, altro brutto segno, anche se dalla clinica mobile non filtra niente. Che la situazione sia quasi disperata lo conferma il dottor Marco Russo: «è arrivato in arresto cardiorespiratorio, c'era un segno di gomma sul collo, stanno cercando di rianimarlo, speriamo». Ma la speranza lascia presto spazio alla disperazione. Dal team Gresini fanno sapere che Sic non dà segni di vita e poco dopo arriva l'annuncio che nessuno avrebbe mai voluto sentire. «Marco Simoncelli è morto alle 16.56», le parole di un portavoce della Dorna. Volti tristi, lacrime che scorrono tra chi non si dà pace per quanto accaduto. E anche lontano da Sepang il dolore viaggia a grande velocità. Su Twitter, da Jorge Lorenzo a Marco Melandri, c'è il ricordo del compagno, del rivale, il Coni proclama un minuto di silenzio su tutti i campi, il manager Carlo Pernat piange la scomparsa di «un ragazzo determinato ma sorridente. Un sorriso c'era per tutti, tutti gli volevano bene. Un giorno sarebbe diventato campione del mondo, ne sono sicuro... Adesso volerà in cielo e vincerà lassù». «Anche se lottiamo siamo tutti fratelli, tutti parte della stessa famiglia - sono invece le parole di Nicky Hayden - Ci mancherà tantissimo, era un ragazzo fantastico in pista e fuori, aveva un futuro promettente». Nato a Cattolica il 20 gennaio 1987, ma residente a Coriano (Rimini), Marco comincia a correre giovanissimo, già a sette anni nelle minimoto. La passione del giovane Simoncelli viene aiutata in ogni modo dalla famiglia, con Paolo, il padre (presente sul circuito di Sepang), che arriverà a chiudere la sua attività commerciale per seguire la carriera del figlio. Simoncelli diventa campione europeo della 125 nel 2002 e nello stesso anno debutta nel mondiale 125 nella gara di Brno in Repubblica Ceca. Il primo campionato completo per Simoncelli è nel 2003, dove, sempre nella ottavo di litro termina 21°.

Andrà meglio l'anno successivo, nel 2004, quando, sempre in 125, Marco chiude all'11° posto. Il 2005 è l'ultimo anno nella ottavo di litro, e Marco ottiene una vittoria (nella prima gara a Jerez), un secondo posto in Catalogna e 4 terzi posti. Alla fine del campionato 2004 sarà quinto e deciderà il passaggio in 250 con la Gilera. Nel 2006, nella quarto di litro, Simoncelli impiega un pò di tempo per ambientarsi. Le prime soddisfazioni arrivano nel 2007, mentre il titolo iridato Marco lo conquista nel 2008, proprio sulla pista di Sepang, quella che ieri lo ha visto finire la carriera nel peggiore dei modi. Marco Simoncelli, che si era diplomato in gestione delle comunità alberghiere, è sempre stato un pilota schietto e disponibile. Il suo carattere da combattente lo ha sempre contraddistinto nei duelli in pista. Famosa la frase del suo amico/rivale Valentino Rossi che aveva detto di Marco: «Fare un duello con lui è come andare a fare a botte con uno più grande di te, sai che le prendi».
 

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