Salute

Fumo, dipendenza e malattie gravi: allarme anche in Trentino

Oggi è la Giornata mondiale senza tabacco indetta dall'Oms e promossa ogni anno dalla Lilt: fumare provoca il tumore al polmone ed è associato a varie altre malattie oncologiche. Il dato più allarmante riguarda i giovani, anche per la diffusione della sigaretta elettronica e di prodotti a tabacco riscaldato contenenti nicotina che induce dipendenza e riduce la percezione del rischio

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di Agnese Santori

TRENTO - «La dipendenza da nicotina è un problema dilagante anche in Trentino soprattutto tra i giovani». Con queste parole la direttrice di Lilt trentino Valentina Cereghini ha aperto la conferenza stampa in occasione della Giornata mondiale senza tabacco di oggi, sabato 31 maggio: ricorrenza indetta dall'Organizzazione mondiale della sanità e promossa ogni anno da Lilt in tutta Italia per una cultura di libertà dal fumo che possa mettere al centro la salute, la consapevolezza e il rispetto per l'ambiente.

Fumare infatti è la causa di malattia e di morte più evitabile e anche dati recenti riportano una correlazione dell'85-90% tra il fumo e lo sviluppo di tumore al polmone (Airtum 2022-2023).

Il fumo viene inoltre associato ad altre malattie oncologiche: a cavo orale e gola, esofago, pancreas, colon, vescica, prostata, rene, seno, ovaie e alcune leucemie.

«Siamo di fronte ad una pandemia a rallentatore - spiega Pirous Fateh-Moghadam, dirigente medico Osservatorio epidemiologico Dipartimento di prevenzione Apss - in Italia oltre 80 mila morti all'anno sono attribuibili all'abitudine al fumo (148 morti per 100.000 abitanti), per quanto riguarda il Trentino invece le sigarette uccidono circa 700 persone all'anno».

Il medico ha inoltre spiegato che l'impatto è negativo anche sul pianeta in quanto, solo in Trentino, ogni fumatore fuma in media 10 sigarette al giorno, per un totale di oltre 700 mila mozziconi prodotti e più di 2.400 alberi abbattuti.

Il dato più allarmante riguarda ancora una volta i giovani; infatti, il 14% dei ragazzi trentini usa abitualmente la sigaretta elettronica o prodotti a tabacco riscaldato i quali contengono nicotina (o sali di nicotina) che induce dipendenza e riduce la percezione del rischio.

La popolazione italiana ha infatti una percezione dei rischi per la salute del 92% per le sigarette e del 60% circa per gli altri dispositivi (percentuale che scende al 28% tra chi li usa).

«Il motto di Lilt è "prevenire è vivere", per noi la prevenzione e quindi far conoscere le cause di tumore è importante - spiega il presidente della Lilt trentina Mario Cristofolini - Ci aspettavamo di avere una generazione senza fumo nel Duemila ma ancora non ci siamo arrivati».L'obiettivo principale dell'associazione è quello di sviluppare nelle persone una percezione del rischio tale da far smettere chi fuma o da persuadere a non iniziare chi non lo fa.

L'impegno si sviluppa nel concreto con progetti come "00sigarette" nelle classi quarte della primaria, la piattaforma "guadagnare in salute" o il progetto "genzero" che ha portato le classi aderenti di tutta Italia a realizzare un manifesto in cui i ragazzi si sono sentiti liberi di esprimere le loro aspirazioni e i loro desideri con un approccio molto ampio.

I ragazzi hanno infatti strutturato il manifesto chiedendo delle regole che possano contrastare il marketing che incentiva il consumo di prodotti che creano dipendenza con aromi piacevoli o confezioni colorate, l'impegno delle istituzioni con norme da rispettare per lo smaltimento e aree zero fumo con ricerche scientifiche corrette e aggiornate rispetto ai danni.

Hanno presenziato alla conferenza stampa in rappresentanza delle istituzioni locali Mario Tonina, assessore provinciale alla salute , politiche sociali e cooperazione, Andreas Fernandez, assessore del Comune di Trento con delega in materia di transizione ecologica e digitale e Laura Ferrari, responsabile del servizio promozione e educazione alla salute, sorveglianza stili di vita del Dipartimento di prevenzione dell'Azienda sanitaria provinciale.

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