Salute / Infezioni

Punture di zecca, in dieci anni aumentati i casi di Tbe e Lyme in Trentino

In crescita costante dal 2013, le persone colpite sono passate da 17 (Tbe) ai 40 del 2023, da 31 (Lyme) a 28 dall’inizio di quest’anno. Il numero reale di quest’ultima potrebbe essere superiore. La vaccinazione contro la Tbe in Provincia di Trento è offerta gratuitamente per adulti e bambini

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TRENTO. In Trentino sono aumentati i casi di malattia di TBE (ick Borne Encephalitis, ovvero la meningoencefalite) e Lyme nell'ultimo decennio. Lo afferma l’assessora provinciale alla salute Stefania Segnana rispondendo ad una interrogazione di Luca Zeni (Pd) e dando lettura di una tabella dalla quale emerge un trend in crescita costante, con i casi che dal 2013 passano da 17 (TBE) e 31 (LYME) ai 40 e 28 del 2023.

«Il numero reale dei casi di malattia di Lyme - ha aggiunto Segnana - potrebbe tuttavia essere superiore, data la presentazione clinica spesso sfumata della malattia, mentre la maggior parte dei casi di TBE notificati giungono all'osservazione del medico in ospedale per l'impegno clinico e l'interessamento del sistema nervoso. Sappiamo che la maggior parte dei casi rappresentano circa il 30% delle infezioni da TBE che sono in gran parte asintomatiche e causano cefalea febbrile senza progressione della sintomatologia».

Per quanto riguarda le iniziative informative e l'attività di promozione dei comportamenti corretti al fine di evitare punture di zecche, le attività sono ampiamente consolidate. «Rispetto alle iniziative informative volte a prevenire le punture di di zanzare - riferisce una nota del Consiglio provinciale - da parte del Dipartimento di prevenzione vengono assicurate informazioni ai viaggiatori che si recano nelle aree a rischio. Il rischio, se non per casi importati, sul nostro territorio non esiste».

L'assessora Segnana ha concluso ricordando alcune iniziative promosse, chiarendo che la vaccinazione contro la TBE in Provincia di Trento è offerta gratuitamente per adulti e bambini residenti e che rientra tra le vaccinazioni esplicitamente raccomandate a chi svolge attività all'aria aperta per ragioni professionali o ludico ricreative. Secondo Zeni, il trend appare chiaro e il numero è importante: questo è un tema pesante dunque. Sulla seconda parte. Zeni ha rilevato che ad un anno di distanza, l'odg, che impegnava ad elaborare un piano di interventi per ridurre i rischi derivati da questi patogeni, non esiste.

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