Salute / Interventi

Speranza di vita per nove pazienti grazie a tre prelievi multiorgano al Santa Chiara di Trento

Sette equipe, provenienti da ogni parte d’Italia, hanno lavorato all’ospedale trentino per prelevare cuori, reni, fegati e pancreas. Per uno degli organi è stato organizzato un volo verso il Sud, mentre un altro è stato destinato a una struttura pediatrica

TRENTO. Negli ultimi giorni sono stati effettuati all'ospedale Santa Chiara di Trento tre prelievi multiorgano che hanno visto arrivare in Trentino équipe sanitarie da altre città italiane, dove poi, sono stati effettuati i trapianti. Grazie a questi gesti di solidarietà nove persone hanno potuto ricevere un organo salvavita. Organi che hanno ridato speranza a persone di ogni età e provenienti da ogni parte d'Italia.

A beneficiarne, anche un giovane paziente seguito da un ospedale pediatrico. Un altro degli organi prelevati è stato trasportato con un aereo da Verona in un ospedale dal sud Italia. Le tre donazioni, di cui una da un ultra ottantenne, casualmente sono arrivate in concomitanza con la settimana della donazione e la giornata nazionale della donazione di organi e tessuti che si celebrerà il 16 aprile in tutta Italia. Il prelievo di organi ha coinvolto quasi tutto l'ospedale S. Chiara.

Oltre all'Unità operativa di rianimazione 1, dove sono stati effettuate le tre donazioni impegnati anche laboratorio analisi e microbiologia, radiologia, anatomia patologica, chirurghi, neurologi, oculisti, dermatologi, cardiologi e la direzione di presidio che si sono alternati per valutare, con la regia del coordinamento trapianti, l'idoneità dei donatori. Inoltre Trentino Emergenza ha coordinato il trasporto degli organi fino alle sale operatorie e il viaggio delle équipe arrivate per i prelievi, con il supporto della polizia di Stato.

«Le donazioni e la modalità di decesso che le permette - afferma Lucia Pilati, coordinatore provinciale trapianti - sono estremamente rare (in Trentino negli ultimi anni sono state tra 10 e 20 all'anno) e capitano casualmente. Le persone che in genere possono arrivare alla donazione di organi sono quasi sempre vittime di un evento fulmineo e imprevisto ad esempio un arresto cardiaco, un trauma cranico o un'emorragia cerebrale: la morte è inattesa e lascia un vuoto improvviso nelle famiglie. La scelta di donare, e quindi di salvare o di aiutare persone ammalate, è per chi resta una piccola consolazione, qualcosa da cui ripartire in un momento di grande dolore».

Per quanto riguarda la donazione da parte di una persona anziana la dottoressa Pilati sottolinea il fatto che, per organi come fegato e reni, l'età del donatore non è importante. «Quest'anno in Toscana ha donato una donna di 100 anni», ricorda. Un fattore positivo di questa triplice donazione è anche il fatto che due dei tre donatori avevano espresso in vita, attraverso le dichiarazioni che vengono fatte al momento del rilascio della carta d'identità, la loro volontà.

«Solo in un caso è stato necessario il consenso della famiglia - spiega la dottoressa Pilati - mentre negli altri due casi la volontà è emersa consultando, come d'obbligo, il database a disposizione dei centri trapianti».Le sette equipe provenienti da tutta Italia hanno lavorato anche nella notte di Pasqua e Pasquetta per riuscire a prelevate cuori, reni, fegati e pancreas e poi trasferire gli organi nel minor tempo possibile negli ospedali dove nove pazienti li attendevano per il trapianto.

I dati definitivi relativi dell'attività di donazione e trapianto nel 2022, diffusi dal Centro Nazionale Trapianti, evidenziano che la Provincia autonoma di Trento è a buoni livelli per il numero di donazioni per milione di popolazione attestandosi a 31,4 donatori, ben oltre alla media nazionale che si attesta a 24,7 per milione di popolazione. Per quanto riguarda le opposizioni registrate in rianimazione la nostra Provincia risulta la migliore a livello nazionale con solo il 10%, corrispondenti a due opposizioni, entrambe effettuate dai familiari del deceduto. La media nazionale si attesta al 29,6 %.

Il basso numero di opposizioni che si riscontrano in rianimazione al momento del decesso ha una corrispondenza in quello che accade nei nostri comuni dove i cittadini trentini possono dichiarare la loro scelta al momento del rinnovo della carta di identità. È infatti del 19,2% il tasso di opposizione negli uffici anagrafe trentini, la migliore tra tutte le regioni italiane e di gran lunga inferiore alla media nazionale del 31,4%.

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