L’allarme / Sanità

Boom di casi febbrili, pediatri al limite. Bambini che si riammalano più volte, più virus nello stesso piccolo

Il primario: “Davvero tanti casi, i posti a Pediatria e Neonatologia sono saturi. Alle classiche bronchioliti si sommano i casi di influenza, nello stesso paziente”. La pediatra: “Fino a tre volte i casi rispetto al periodo pre-Covid”

TRENTINO Influenza, i picchi sono in anticipo: più di cinquemila persone a letto

di Barbara Goio

TRENTO. «Mai vista una situazione con così tanti bambini ammalati». Lorena Filippi è pediatra a S. Michele all'Adige, ed è referente dei "medici sentinella" dell'area pediatrica per la rete nazionale InfluNet, progetto del Ministero e dell'Istituto superiore della sanità, e si trova a fronteggiare una vera emergenza.

«Ci troviamo di fronte - spiega - ad un'impennata di casi di influenza o di virus parainfluenzali, che colpiscono ogni fascia di età e in maniera assolutamente trasversale: è un periodo bruttissimo per le tante forme febbrili ricorrenti, gli ambulatori pediatrici sono strapieni. Si moltiplicano le ore di lavoro, i genitori giustamente preoccupati ci chiamano anche due o tre volte al giorno e siamo in affanno».

«Non solo i numeri sono preoccupanti, si parla di addirittura tre volte i casi registrati in fase preCovid, ma si tratta di reinfezioni sullo stesso bambino che si ammala, ha febbre per alcuni giorni, guarisce, e poi si riammala di un virus diverso», riprende la pediatra. A complicare il quadro, anche il fatto che ci troviamo in un periodo in cui di solito non si è arrivati ancora al picco dell'influenza, che di solito cade a gennaio - febbraio.

Gli epidemiologi stanno studiando questo fenomeno e per ora si stanno facendo delle ipotesi che comunque risultano abbastanza convincenti. Una prima causa di questa massiva diffusione dei virus risiede nel fatto che per circa due anni ci si è avvalsi delle protezioni anti Covid, dalle mascherine alle precauzioni: in questo modo il sistema immunitario si è come "impigrito" e quindi adesso è meno "allenato" a combattere le infezioni.

«Un altro elemento - riprende Filippi - riguarda sempre il Covid che per due anni ha fatto scomparire gli altri virus; ora, mentre il Covid sta diminuendo, questi rialzano il tiro». Anche sul fronte ospedaliero la situazione è ai limiti: «Cercavo un posto letto per un lattante e ho chiamato otto ospedali fuori regione senza trovare un letto, alla fine l'abbiamo accolto da noi», ammette Massimo Soffiati, Direttore dell'Unità operativa neonatologia e terapia intensiva neonatale del S. Chiara. Solo i casi più gravi richiedono un ricovero, ma in questo momento i 13 posti in Pediatria e i 5 in Neonatologia sono saturi.

«C'è un numero molto elevato di richieste, questa settimana ci sono stati davvero tanti casi - spiega Soffiati - ed in più assistiamo ad una sovrapposizione tra il virus respiratorio sinciziale (che porta alla classica bronchiolite) e l'influenza: i colleghi microbiologi hanno trovato più virus nello stesso bambino. Questo porta ad un quadro più complicato, con degenze più lunghe». «Tutto alla fine si risolve bene - rassicura il primario - capisco l'ansia dei genitori ma i piccoli sono in ottime mani: voglio ringraziare medici, coordinatori, infermieri e operatori socio-sanitari che in questo perioso stanno lavorando con passione, ben oltre i limiti».

Per quanto riguarda la prevenzione, i sanitari consigliano di proteggere i piccoli. «Soprattutto sotto i sei mesi - sottolinea Soffiati - eviterei situazioni di calca o contatti con tanti adulti, anche adesso che ci sono le feste in arrivo». «La vaccinazione antinfluenzale è consigliata ai bimbi sopra i sei mesi», aggiunge Filippi.

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