Pandemia / La prevenzione

Vaccini per i bambini, due nuove sedute: il 28 dicembre e il 6 gennaio aperto il centro di Lavis

Sono 1.300 gli appuntamenti messi a disposizione per la fascia 5-11 anni e già prenotabili sul Cup on line dell'Azienda sanitaria

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di Patrizia Todesco

TRENTO. Nuove sedute vaccinali dedicate ai bambini sono state programmate durante le vacanze natalizie al centro vaccinale di Lavis. Una sarà il 28 dicembre e l'altra il 6 gennaio, prima del rientro a scuola.

Sono 1.300 gli appuntamenti messi a disposizione per la fascia 5-11 anni e già prenotabili sul Cup on line dell'Azienda sanitaria.

Inoltre saranno implementati gli appuntamenti disponibili nelle centri vaccinali del territorio così come saranno aumentati quelli per le terze dosi in modo da soddisfare le richieste dei 50 mila trentini che hanno già i requisiti per la somministrazione ma che non sono riusciti ancora a prenotarsi.

I dati che arrivano ogni giorno confermano che i virus corre molto velocemente e che tra le fasce più contagiate (anche perchè meno vaccinate) c'è quella dei giovanissimi tanto che a livello nazionale qualcuno sta invocando un allungamento delle vacanze natalizie.

«Le classi in quarantena lunedì scorso in Trentino erano 43 - spiega la direttrice dei dipartimento di Prevenzione Maria Grazia Zuccali- ma i nostri numeri non sono paragonabili con quelli delle regioni che hanno adottato il protocollo nazionale che prevede la quarantena dalla classe con un caso.

Noi abbiamo deciso di mantenere il nostro protocollo, adottato lo scorso anno, che prevede la quarantena con due positivi nell'arco di 5 giorni. Un protocollo che al momento soddisfa noi, le famiglie e i dirigenti».

Numeri ben distanti dal 2020 quando a novembre le classi in quarantena erano state complessivamente 2.494 e a dicembre, dopo l'introduzione della dad al 50% alle superiori, 913.

Importante proteggere i bambini ma altrettanto importante proseguire con le terze dosi e in generale con le vaccinazioni. Il dato più eclatante è che delle 25 persone ricoverate nelle terapie di Trento e Rovereto, ben 21 non sono vaccinate. In pratica se tutti avessero aderito alla campagna vaccinale i reparti di rianimazione sarebbero quasi vuoti senza bisogno di rimandare interventi programmati per la necessità di lasciare posti solo per le urgenze e ai malati Covid.

Anche il confronto tra i dati di dicembre 2020 con quelli del 2021 confermano come i vaccini abbiano sensibilmente migliorato la situazione.

La media dei ricoverati in terapia intensiva lo scorso anno era di 48 persone, quest'anno di 15. I decessi nei primi venti giorni del mese erano stati 48, quest'anno 15.

Lo scorso anno eravamo pronti ad entrare in zona rossa. Quest'anno siamo in arancione, con libertà di movimento, ristoranti, bar, cinema e impianti sciistici aperti.

«Sappiamo di avere tante persone in attesa della terza dose - ammette la dottoressa Zuccali - e per questo cercheremo di aumentare il numero di appuntamenti prima della fine dell'anno, allungando le sedute o aumentano le linee vaccinali. Sappiamo che sono circa 50 mila coloro che hanno maturato i requisiti per la terza dose, ossia che hanno effettuato la seconda da più di tre mesi, e parte di loro sono in attesa di ottenere l'appuntamento.

Attualmente, soprattutto per quanto riguarda Trento e i centri più grossi, le agende sono piene anche se ogni giorno al punto vaccinale di San Vincenzo si presentano tra le 100 e le 150 persone senza appuntamento. Il centro rimarrà aperto tutti i giorni, ad eccezione di Natale e Santo Stefano».

La volontà di molti di effettuare in questi giorni la terza dose e di vaccinare i bambini è legata anche alle feste natalizie e alla volontà di proteggersi e proteggere le persone più fragili della famiglia.

Il bollettino Covid quotidiano con il numeri dei contagiati purtroppo conferma che il virus continua a circolare.

 «Con questi numeri il tracciamento è difficile da effettuare in maniera puntuale- ammette la dottoressa Zuccali - Ora l'obiettivo primario è di isolare il positivo e mettere in quarantena il nucleo familiari ma i contatti extra familiari risultano difficili da tracciare. Per questo il nostro consiglio, a chi sa di essere entrato in contatto con un positivo, è quello di non aspettare la chiamata della centrale covid, ma di attivarsi con il proprio medico di famiglia che poi contatta direttamente noi».

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