Pandemia / Prevenzione

Test salivari, finalmente il via libera ministeriale: utili nelle scuole e per gli anziani

È arrivata l'attesa circolare che spiana la strada anche al grande progetto trentino per l'analisi molecolare dei campioni prelevati con un metodo molto meno invasivo dei tamponi nasali. Il virologo Pizzato (Cibio): "Questo metodo funziona benissimo"
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ROMA. Finalmente arriva l'attesa circolare ministeriale sull'utilizzo dei test salivari covid, per fare chiarezza anche in Italia su questo metodo diagnostico, sviluppato anche in Trentino, con una grande capacità di processare i campioni in tempi rapidi.

A circa sei mesi dalle prime sperimentazioni regionali e dalle relative richieste di certificazione, ora il ministero spiega che i test della saliva possono essere considerati un'opzione per il rilevamento dell'infezione da Sars-cov-2 qualora non sia possibile ottenere tamponi oro/nasofaringei, ma vanno utilizzati preferibilmente entro i primi 5 giorni dall'inizio dei sintomi.

Persiste, a quanto pare, da parte dei tecnici ministeriali, un atteggiamento molto prudente su questo tipo di prelievo (l'analisi poi è la stessa dei tamponi molecolari), dopo mesi di attese per l'ok definitivo, malgrado le certificazioni da parte di centri di ricerca accreditati. Nel caso del test sviluppato a Trento dal Cibio dell'Univesistà, l'ok scientifico arriva da tre importanti istituti nazionali: il San Raffaele di Milano, il Policlinico Universitario di Genova e lo Spallanzani di Roma.

Di certo il prelievo salivare presenta il grande vantaggio di non essere invasivo, dunque di non arrecare fastidio (o danno) specialmente ai bambini che possono così evitar eil bastoncino nel naso.

Inoltre, per il prelievo non è necessario l'intervento di personale sanitario, il che facilita tutto, specie ora con la necessità di dirottare gli infermieri sulla campagna vaccinale.

"La possibilità di effettuare il prelievo in autonomia, come noi ci auspichiamo, è compatibile con la raccolta il mattino appena alzati, situazione che assicura la massima sensibilità al test", osserva il virologo del Cibio Massimo Pizzato, responsabile del progetto sviluppato in Trentino.

"Reputo molto positivo - aggiunge Pizzato - che venga sdoganato l'utilizzo dei test ssalivari per le scuole".

Le novità decise a Roma sono indicate in una circolare del ministero della salute, che detta le indicazioni sulla raccolta dei campioni e sulla segnalazione dei casi.

Il test viene indicato come utile per "screening ripetuti" per motivi professionali o di altro tipo, sugli anziani o disabili e sui bambini in ambito scolastico.

Nell'annuncio il via libera ministeriale, si menzionano alcuni studi che hanno rilevato una sensibilità comprese tra il 53 e il 73%.

Ve ne sono altri, tuttavia, come quello pubblicato nel febbraio scorso da Scientific Reports, che oltre a validare la saliva come sicura alternativa ai tamponi naso-faringei indicano che questo tipo di campione è particolarmente sensibile e consente di rilevare anche una carica virale molto bassa: "I nostri risultati - si legge nello studio - sono coerenti con prove già pubblicate che mostrano come il campionamento della saliva sia una valida alternativa per lo screening e la diagnosi della Covid-19 e che può essere anche più sensibile del tampone naso-faringeo".

La circolare, ribadendo che il test molecolare su campione nasofaringeo e orofaringeo rappresenta il gold standard internazionale per la diagnosi di Covid-19 in termini di sensibilità e specificità, indica l'obbligo di tracciabilità di tutti i test, compresi quelli salivari, nei sistemi informativi regionali.

Gli esiti dei test molecolari su campione salivare, anche se effettuati da laboratori, strutture e professionisti privati accreditati dalle Regioni, devono essere inseriti nel sistema informativo regionale di riferimento.

"L'uso della saliva per la diagnosi di infezione da Sars-Cov-2 prevede un metodo di raccolta non invasivo, tuttavia la corretta raccolta del campione salivare è un passaggio cruciale.

I campioni di saliva possono essere eterogenei (saliva orale, saliva orofaringea posteriore) e le diverse tecniche e sedi di raccolta possono avere un impatto sulla sensibilità del metodo", si legge nella circolare.

Peraltro, è noto che anche il tampone nasale è esposto alla variabile della qualità del prelievo, che può dipendere anche semplicemente dalla manualità dell'operatore incaricato.

Per tornare alla circolare, vi si legge che i campioni di saliva possono essere mucosi e viscosi, determinando difficoltà di lavorazione con i metodi e le attrezzature automatizzate di estrazione dell'RNA o di estrazione/amplificazione esistenti.

"Sul problema della viscosità - osserva ancora Pizzato replicando ai rilievi ministeriali - il Cibio ha sperimentato diverse strategie identificandone una che funziona benissimo e rende compatibile il test con sistemi robotizzati".

Esistono test antigenici rapidi che sono stati validati negli Stati membri dell'Ue sulla base di campioni alternativi, come saliva, espettorato e/o feci, ed è in discussione l'opportunità di includere anche questi test nell'elenco dei test antigenici rapidi concordato dall'HSC.

Inoltre, la sensibilità diminuisce dopo i primi cinque giorni dall'inizio dei sintomi.

Nel complesso, gli studi disponibili indicano una sensibilità diagnostica variabile dei test molecolari su campioni di saliva, in relazione alla tecnica di raccolta: "una sensibilità maggiore è stata rilevata nella saliva orofaringea posteriore del primo mattino, mentre una sensibilità inferiore è stata osservata con la tecnica del general spitting, la raccolta della saliva accumulata a livello del pavimento orale". (zs)

 

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