Tumori al seno, più guarigioni Si sfiora l'88% dei casi

di Lorenzo Basso

Grazie ai nuovi sistemi di screening e ad una maggiore educazione alla prevenzione, si arriva sempre più spesso ad una diagnosi precoce del tumore al seno. Secondo i dati emersi durante il convegno organizzato nel pomeriggio di ieri dall’Unità di chirurgia plastica ricostruttiva e senologia, nell’ambito della campagna nazionale «Nastro rosa» della Lilt locale, le guarigioni in Trentino sono ormai prossime all’88% dei casi, con un trend in crescita ormai da diversi anni. Il risultato, a quanto riferito dagli specialisti dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari intervenuti, è stato possibile grazie all’impiego di nuovi macchinari per le mammografie, che hanno portato a diagnosticare otto neoplasie ogni mille esami, a fronte delle cinque precedenti.

Attualmente, sul nostro territorio vengono scoperti tra i cinquecento ed i 550 tumori al seno ogni anno, nella maggior parte dei casi nelle donne in una fascia di età compresa tra i 50 ed i 70 anni, fascia nella quale esiste un programma nazionale di screening di mammografia (con aderenza vicina all’80%). Il 6 per cento  riguarda persone tra i 45 e 50 anni, mentre rimane bassa, ma presente, l’incidenza dei tumori nelle donne più giovani.

«L’incidenza dei tumori al seno è in crescita in tutta Italia - spiega al riguardo la dottoressa Antonella Ferra, responsabile della rete clinica «Breast unit» di Trento - in particolare per la disponibilità di nuove terapie, l’attività di prevenzione, per la maggiore consapevolezza da parte delle donne, che oggi sono spesso in grado di effettuare la palpazione da sole. Allo stesso tempo, risulta in continuo aumento la sopravvivenza a cinque anni, in particolare a livello locale, dove l’indice percentuale supera la media italiana».

Dal gennaio dell’anno scorso, l’ospedale Santa Chiara di Trento ha attivato una rete clinica che si occupa della presa in carico globale delle pazienti, ad iniziare dai primi risultati della mammografia. Il percorso inizia con un consulto tra professionisti - a quanto rilevato da Ferro, in futuro si pensa ad una partecipazione anche delle pazienti - per poi passare all’intervento chirurgico, effettuato mediante protocolli unici, o alla chemioterapia, a seconda dei casi. Nella fase post-operatoria, l’iter da intraprendere viene deciso attraverso un successivo consulto tra specialisti, che decidono in maniera muldisciplinare (operatori medici e non).

«Il percorso stabilito dall’unità - prosegue Ferro - viene attivato in modo automatico, in modo tale che la paziente sia seguita costantemente durante tutto l’iter clinico, e non deve effettuare prenotazioni attraverso il numero unico o arrangiarsi a trovare il medico giusto per i problemi che potrebbero insorgere».

Nel corso dell’incontro di ieri si è parlato anche di mastectomia, chirurgia plastica e prevenzione, mentre è stata presentata pubblicamente la figura della «case manager» dell’unità clinica dedicata, garante del percorso di cura della paziente.

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