Trentino: quale futuro per i giovani contadini

In Trentino il livello di sostenibilità è più alto rispetto ad altre regioni, ma c’è ancora tanto da fare per garantire al territorio e alle comunità uno sviluppo sostenibile dal punto di vista economico, ambientale e sociale. E l’unico modo per raggiungere questo obiettivo è che tutti gli attori locali facciano sistema, a cominciare dai più giovani. È quanto è emerso nel primo incontro organizzato dall’associazione Giovani Cooperatori Trentini sul tema «Sostenibilità agroalimentare: biodiversità e nuovi stili di vita possibili».

«Il tema che abbiamo scelto per questo percorso formativo – ha commentato il presidente dei Giovani Cooperatori Antonio Borghetti – è certamente di grande attualità e riteniamo sia importante per tutti, ma soprattutto per noi giovani che abbiamo ancora tanti anni da vivere su questo territorio».

E ai giovani si è rivolta anche la presidente della Federazione Trentina della Cooperazione Marina Mattarei. «Uniamo la nostra esperienza e la vostra capacità di essere un po’ rivoluzionari – li ha esortati. – Vi chiediamo di essere stimolatori di pensiero, anche innovativo, soprattutto in questa fase in cui è necessario un grande cambiamento in tutti i settori della società».

La serata si è aperta con la lectio magistralis tenuta dal prof. Andrea Segrè, presidente della Fondazione E. Mach. «Alla mia generazione – ha detto – è stato insegnato a “pensare globale, agire locale”. Credo che oggi si debba invece rovesciare questo motto, passando quindi a “pensare locale, agire globale”. Cominciamo a prenderci cura del nostro territorio, a capire cosa va bene per la nostra realtà, ma tenendo sempre ben presente la cornice globale. I punti di riferimento ci sono e sono chiarissimi: le misure sull’economia circolare in Europa e l’Agenda 2030 dell’Onu».

«Entro questo perimetro – ha aggiunto, le sfide locali – dell’agricoltura, dell’ambiente e dell’alimentazione, diventano anche globali. L’ottica è quella dell’ecologia economica – a sottolineare come l’economia sia un attributo dell’ecologia e non viceversa - circolare e sostenibile. Poi si tratta di concentrarci anche sul nostro comportamento: dobbiamo promuovere uno stile di vita “medio”, senza eccessi e adottabile dal maggior numero di persone possibili».

E in agricoltura come si può declinare questo stile di vita? «Dobbiamo puntare su produzioni di alta qualità, che garantiscano la salvaguardia del territorio» ha spiegato Bruno Lutterotti, vicepresidente della Federazione Trentina della Cooperazione per il comparto agricolo, intervenuto per presentare l’attuale situazione dell’agricoltura in Trentino e, in particolare, il sistema delle cooperative agricole, composto da 88 cooperative che rappresentano oltre 18.500 soci e fatturano oltre un miliardo di euro.

«Spesso la sostenibilità in agricoltura viene vista come un limite produttivo – ha continuato – ma oggi abbiamo a disposizione sistemi innovativi che ci consentono di avere prodotti che garantiscano vantaggi anche dal punto di vista economico. È fondamentale, però, riuscire a fare sistema con tutti gli attori del territorio, da chi fa ricerca da alto livello come la Fondazione E. Mach agli operatori turistici con cui valorizzare il nostro patrimonio locale».

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