Dalla Spagna ad Arco, in arrivo gli embrioni per l'eterologa

I gameti destinati al Centro di procreazione medicalmente assistita di Arco per la fecondazione eterologa, ossia per coppie trentine con gravi problemi di infertilità, arriveranno dalla Spagna e precisamente da due delle principali banche di tessuti. Si tratta dell’Imer, istituto de Medicina Reproductiva di Valencia e l’Ovobank Ovavit di Marbella-Malaga.

Questi istituti spagnoli raccolgono ovociti di donne di età compresa tra i 18 e i 28-30 anni, sane e residenti in Spagna, che hanno eseguito un approfondito controllo medico e psicologico. Viene anche assicurata l’assenza di malattie ereditarie o infettive al momento della donazione. Per la legge spagnola sulla Riproduzione Assistita, il numero massimo di figli nati da gameti donati da uno stessa donatrice o donatore, non puó essere superiore a sei. Per quanto riguarda la donazione di seme, i maschi devono avere un’età compresa tra i 18 e i 35 anni, essere sani sani e residenti in Spagna. 

Ma perché il Trentino, e in generale l’Italia, si deve rivolgere alla Spagna per trovare ovociti e spermatozoi per la fecondazione eterologa? Semplice, perché dopo la sentenza della Corte costituzionale che cancellava il divieto di fecondazione eterologa in Italia i donatori non si sono fatti avanti. Del resto bisogna avere motivazioni forti per sottoporsi a cure ormonali pesanti, prelievi di sangue, visite mediche e psicologiche, entrare in sala operatoria e non avere alcun rimborso spese. La legge italiana, infatti, lo vieta. Diverso in Spagna dove, anche se viene sottolineato che deve prevalere l’aspetto altruistico della donazione, il rimborso per ogni donatrice è sui mille euro. 
A fine 2017 è stato il direttore del Centro Arne Luehwink a chiedere l’attivazione dei servizi di selezione, preparazione, estrazione, manipolazione, stoccaggio e spedizione dei gameti per l’avvio della fecondazione eterologa, in altri centri italiani partita già da qualche anno. 

L’Azienda sanitaria ha deciso, in questo momento, di aggregarsi al Friuli Venezia Giulia e poter condividere e partecipare alla prossima procedura di approviggionamento dei gameti e, in attesa dell’espletamento delle procedure, di avvalersi degli attuali rapporti in essere con gli istituti spagnoli individuati dal Friuli. 

A fine marzo si è svolto anche un incontro tra Apss e i due istituti spagnoli dai quali anche il Trentino intende approvvigionarsi. 

La spesa prevista per l’approvvigionamento del materiale biologico, ossia ovuli e spermatozoi, è stimata in 160 mila euro per il 2018 e altrettanti per il 2019. L’obiettivo è quello di arrivare a soddisfare la domanda di 50 coppie per Pma eterologa femminile e 20 coppie per pma eterologa maschile.

«Partiremo a luglio - spiega il primario di Arco - in quanto già 40 coppie stanno facendo gli ultimi controlli. Una volta completate tutte le procedure scriveremo alle due banche i fenotipi, i gruppi sanguigni e verficheremo se ci sono ovociti con quelle caratteristiche».

In media vengono inviati confezioni da sei ovociti considerato che questi sono necessari per arrivare a impiantare uno o due embrioni. 
A chi parla di «sterminio di embrioni», il primario risponde secco: «Penso sia un’offesa a quelle persone che sono state davvero sterminate. Qui non viene e non verrà mai ucciso nessun embrione, qui si lavora per la vita e per fare prevenzione». Arne Luehwink sottolinea come sarebbe meglio fare i figli da giovani per ridurre al minimo i problemi di infertilità. «L’eterologa deve essere considerata l’ultima spiaggia. Prima c’è la prevenzione facendo figli da giovani, poi l’omologa e infine l’eterologa».
Per chi è giovane ma non ha compagno, deve studiare, ha problemi professionali o soprattutto di salute, c’è la possibilità offre al possibilità di conservare i propri ovociti. «Ciò può essere fatto gratuitamente se parte degli ovociti vengono donati. Inoltre adesso, a chi viene sottoposto a stimolazione per prelievo ovocitario viene chiesto se è disponibile ad offrire gli ovociti che non utilizzerà.

In occasione della presentazione del centro Pma dopo l’ampliamento era stato lo stesso primario a spiegare altre previste. Tra queste l’intenzione di passare a breve dai 500 cicli (tentativi di procreazione) annuali ad almeno 800 (e mille in prospettiva). 

Di grande importanza - aveva ricordato il dottor Luehwink - l’avvio da luglio della «diagnosi pre-impianto», che ridurrà sensibilmente il normale rischio di incorrere in alcune malattie genetiche (come distrofia muscolare, talassemia, fibrosi cistica) a quelle coppie ad esso più esposte.

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