Adunata di Treviso, oggi la sfilata Oltre 5.000 gli alpini trentini presenti

Oggi la grande sfilata

di Andrea Bergamo

È iniziata alle 9 di questa mattina la sfilata che segna il culmine dell'adunata degli Alpini a Treviso. Dopo l'ultima notte di festa, tra grigliate e abbracci, all'alba si sono perfezionati i preparativi per lo sfilamento che prevede sino alle 20 di questa sera il passaggio d'onore di circa 100mila alpini lungo un percorso di circa 2,5 chilometri. «Scossi dal sisma, abbracciati dall'Italia» tra i primi a passare davanti al palco delle autorità gli alpini di Accumoli il piccolo Comune della provincia di Rieti distrutto dal terremoto dello scorso agosto. Uno striscione simbolo di tutte le sezioni alpine delle zone terremotate particolarmente applaudite dalle migliaia di persone che già occupano i bordi delle strade dello sfilamento.

Tra i 900 posti della tribuna principale prenderanno posto tra gli altri anche il ministro della Difesa Roberta Pinotti, il presidente del Veneto Luca Zaia il generale Claudio Graziano capo di Stato Maggiore della Difesa, il generale Claudio Morata Comandante Truppe Alpine oltre alle autorità locali guidate dal sindaco di Treviso Giovanni Manildo. 

I trentini a Treviso

La sveglia suona alle cinque in punto. Il borsone è stato riempito con un sacco a pelo, il necessario per dormire una notte fuori casa e il cappello da alpino. Anche se non sei una penna nera, ci pensa il nonno a fornirti il copricapo per mimetizzarti con il mezzo milione di alpini che in questi giorni invade Treviso per la novantesima adunata del Piave. I cinquemila trentini sono alloggiati un po' ovunque: gli accampamenti si trovano all'esterno delle mura (tranne qualche rara eccezione) o nei paesi limitrofi.

Alcuni di loro sono arrivati nella città veneta già mercoledì: «Siamo scesi in avanscoperta e abbiamo trovato una sistemazione fantastica» sorride Juri Toss, che con grande orgoglio mostra le quindici medaglie appese al cappello verde: «Un ricordo di ogni adunata alla quale ho preso parte». Il suo caravan è parcheggiato nell'area di sosta di un condominio, «occupata» con alcuni amici del gruppo di Marco di Rovereto: «Abbiamo invitato l'inquilino al piano terra del palazzo a bere un bicchiere di vino con noi, e a fine serata ci ha chiesto se volevamo servirci della corrente elettrica dal suo appartamento».

La gente di qua ha accolto con il cuore in mano le penne nere arrivate da tutta Italia (Sicilia e Marche incluse). «Basta guardarsi attorno per capire che tutti sono contenti, dai putelòti alle spóse » fa notare un alpino navigato. Ne è un esempio anche Manuel Zanon, capogruppo di Cunevo accompagnato dal figlio David di sei anni - e già alla sua terza adunata - e dalla moglie Rovena conosciuta a Parma nel 2005 proprio durante l'adunata. «Siamo arrivati in 15 dalla val di Non» spiega Zanon, interrotto durante il pranzo nell'accampamento allestito nel giardino di una casa privata. Sotto il tendone azzurro sono sedute circa cinquanta persone: «Solo 25 sono alpini, mentre gli altri sono residenti della zona nostri ospiti». Si tratta dei residenti di via dell'Ansa: i padroni di casa e i vicini. Intanto, David si diverte a stare in mezzo alle penne nere e porta orgogliosamente sul capo un mini-cappello che gli ha comprato il papà.

In qualche caso le sistemazioni dei trentini sono originali: è il caso di Paolo Anselmi di Lenzima di Isera, che condivide con l'amico Giorgio Marzadro lo spazio all'interno del carrello per il trasporto dei cavalli. Nel carrello sono state posizionate due brande, mentre dal soffitto sventola il tricolore.

L'organizzazione dell'evento in città è apprezzata da tutti: «Mi sarei aspettato solo qualche doccia in più» riferisce un solandro, in attesa del ritorno degli amici dalla piscina comunale dove in tanti hanno usufruito dei servizi per lavar via la stanchezza legata (anche) alle poche ore di sonno. Il campo base del coro sezionale di Trento guidato da Mario Laporta si trova nella palestra della scuola di viale Europa. Chi l'altra notte ha fatto il «tira tardi», alle 10 del mattino è ancora sotto le coperte, mentre gli amici già iniziano a scaldare la griglia per le costine e ti riempiono il primo bicchiere di vino rosso della giornata accompagnato da pane, formaggio e luganega. Così il pensiero va ai temerari roveretani incrociati alle 7.44 sulla statale Feltrina in direzione Treviso che brindavano in una piazzola. Con gli alpini non si soffre la sete.

«Ma l'obiettivo è di divertirci e non di esagerare» sottolinea Antonio Giacomelli, ex presidente e uno dei 26 coristi che ieri sera si sono esibiti nella chiesa dei padri oblati con il maestro Aldo Fronza. I membri del coro nato nel 1993 provengono da tutto il territorio provinciale. Nessuno di loro si è fatto accompagnare da mogli e morose: «L'adunata è come se fosse una zona franca dove lasciar spazio alla goliardia» commenta Giacomelli. E il signor Ugo Battisti di Besenello (79 primavere alle spalle) annuisce convinto. Evidentemente non la pensa così Monica del gruppo di Terragnolo, che ha accompagnato il fratello impegnato nella preparazione degli stracotti di carne, e nemmeno la signora Graziella Baroni di Noriglio, all'adunata con il marito Renato: «A mi me piàs, non per nulla sono mamma di due alpini. Qui tutti sono amici e no te vedi na bèga, altro che le partite di calcio?».

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