Nuova impresa di Corradini Oggi riparte per l'Aconcagua

Dopo la scalata del Nevado Sajama (6.542), il «tetto» della Bolivia, l’alpinista disabile Gianfranco Corradini riparte oggi per per una nuova spedizione in Sudamerica. La meta questa volta è il Cerro Aconcagua, che con i suoi 6.962 metri è la montagna più alta del continente americano. Con lui, per la nuova avventura ad alta quota, ci sono i compagni di spedizione del 2013 al vulcano - Massimiliano Gasperetti, capostazione del Soccorso alpino a Cles, e Stefano Pedranz, del Soccorso alpino di Fondo - e Giovanni Gasperetti (già capostazione e membro del Soccorso alpino).

Anche stavolta, nel corso della spedizione verranno girate delle immagini al fine di realizzare un filmato dell’ascensione da proiettare poi nelle scuole, nelle sezioni Sat e Cai e negli ospedali dove Corradini viene frequentemente invitato per portare la sua testimonianza di «Eccezionale normalità», come si intitola il cortometraggio sulla spedizione boliviana del 2010. Allora, l’alpinista privo di una gamba raggiunse le cime Huayna Potosi Nord e Sud, concatenandole, e il Nevado Illimani. Un film che dimostra come la disabilità non sia un ostacolo neppure in alta montagna.

«L’Aconcagua sfiora i 7mila metri, la quota e il clima, il forte vento sono le difficoltà maggiori - ci spiega Gianfranco -; il nostro programma prevede tre giorni di avvicinamento, il campo base ai 4300 metri circa di Plaza de Mulas, la salita di cima Bonete, poco più di 5 mila metri e il trasporto dei materiali a due campi alti, a 5.500 e 6 mila metri circa. Da qui la salita alla vetta l’ultimo giorno».

Sono previste tre settimane di permanenza, e Corradini vuole ringraziare tutti gli amici e gli sponsor che rendono possibile la spedizione, e la Sat centrale che la patrocinia. «L’Apt Val di Non - spiega Corradini - ci ha chiesto un aggiornamento giornaliero, con foto e informazioni, su come procederà la spedizione». Per allenarsi all’impresa, Corradini ha salito una ventina di cime e, in compagnia degli amici, percorso 7 mila chilometri in bicicletta.

Con le sue ascensioni sulle Alpi, l’Elbrus (Caucaso) e la Cordillera Blanca (Alpamayo, Nevado Pisco), Gianfranco Corradini ha dimostrato come la disabilità non sia un ostacolo insuperabile in alta quota. Con protesi e stampelle, in Sudamerica ha scalato vette di oltre 6 mila metri, raccontando in tutta Italia con quale impegno e tecnologie riesca a raggiungere traguardi che in apparenza sembrerebbero impossibili.

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