Trentino, aumentano le neomamme al lavoro

​​​Il numero delle madri con figli tra 0 e 5 anni in provincia di Trento è aumentato tra il 2013 e il 2015 di 564 unità (nel 2013 le neomadri erano 25.047, nel 2014 erano 25.574 e nel 2015 erano 25.611).

Nel 2013 le neomadri occupate erano 15.980, ossia il 63,8% del totale, nel 2014 erano 16.928, ossia il 66,2% del totale, nel 2015 il numero delle neomadri occupate ha raggiunto quota 17.303, ossia il 67,6% del totale.

A riferire questi e altri dati è l’assessore allo sviluppo economico e lavoro Alessandro Olivi nella risposta da lui fornita nei giorni scorsi a un’interrogazione di Violetta Plotegher del Pd che risale al giugno scorso.

Olivi segnalando che “il numero delle madri con figli tra 0 e 5 anni disoccupate, è variato negli anni, passando da 1.476 unità nel 2013 a 1.173 unità nel 2014 , a 1.666 unità nel 2015. Le neo-madri che non cercavano lavoro nel 2013 erano 7.591, nel 2014 erano 7.474 e nel 2015 sono scese a 6.642; il numero delle donne con figli piccoli che non sono alla ricerca di un lavoro – conclude Olivi – è quindi diminuito nel triennio 2013-2015”.

Ancora, l’assessore evidenzia che “il numero di madri occupate, indipendentemente dall’età dei figli, è aumentato in provincia di Trento nel triennio 2013-2015, posto che era pari a 55.784 unità nel 2013, a 57.828 nel 2014 e a 59.532 nel 2015. Le lavoratrici madri alle dipendenze erano 48.073 nel 2013, ossia l’86,2% delle lavoratrici madri, 50.294 nel 2014, ossia l’87% del totale, nel 2015 erano 51.827, ossia l’87,1% del totale.

La lavoratrici indipendenti (autonome) erano 7.712 nel 2013, 7.534 nel 2014, 7.705 nel 2015, ossia rispettivamente il 13,8%, il 13,00% e il 12,9% del totale”.

Non disponendo del dato preciso riferito al numero di lavoratrici dipendenti del settore pubblico e di quello delle dipendenti del settore privato, l’assessore evidenzia tuttavia che “le lavoratrici di una serie di settori sicuramente privati (agricoltura, silvicoltura e pesca, industria in senso stretto, costruzioni, alberghi e ristoranti, trasporti e magazzinaggio, servizi di informazione e comunicazione, attività finanziarie e assicurative, attività immobiliari, servizi alle imprese e altre attività professionali e imprenditoriali) erano il 47,6% delle lavoratrici dipendenti totali nel 2013 (ossia 40.366 unità su 84.769), il 46,6% nel 2014 e il 48% nel 2015 (ossia 43.328 unità su 90.291 lavoratrici)”.

Infine Olivi ricorda che “le libere professioniste in provincia di Trento erano 3.066 nel 2013, 3.346 nel 2014, mentre sono diminuite a 2.684 nel 2015 (fonte indagini forze di lavoro Istat)”.

Ancora, l’assessore osserva che le lavoratrici con collaborazioni coordinate continuative nel 2013 erano pari a 1.226 unità, nel 2014 a 972 unità e nel 2015 a 1.210 unità, mentre le lavoratrici prestatori d’opera occasionali erano 401 nel 2013, 239 nel 2014 e 510 nel 2015.

Nel 2013 risultavano 5.612 collaboratrici domestiche, nel 2014 5.792 e nel 2015 5.849 (fonte Inps). Nel 2013 le lavoratrici con contratto a chiamata risultavano essere 3.538, nel 2014 erano 3.062 e nel 2015 erano 2.75.

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