L'eredità al proprio gatto? Ecco come si può fare

Quale futuro sarà riservato ai nostri animali quando non ci saremo più?

di Nicole Vuillermin

Quale futuro sarà riservato ai nostri animali quando non ci saremo più? Chi si prenderà cura di loro? Potranno ereditare i nostri beni?

Per rispondere a questi quesiti ed informare sulla scelta di dedicare le proprie volontà testamentarie ai diritti degli animali, si è svolto ieri il convegno organizzato da Lav (Lega anti vivisezione) «Fare testamento – perché e come lasciare un segno».

Lav ha illustrato alcuni progetti eseguiti ed in corso grazie ai proventi di donazioni e lasciti, quali l’allargamento di un centro in Toscana per accogliere animali da circo, il salvataggio di 16 macachi dalla vivisezione a Modena, la liberazione di alcune centinaia di cani e gatti da un canile fatiscente di Roma. L’incontro, realizzato con il patrocinio di Asign (Associazione italiana giovani notai) e con il patrocinio e la collaborazione del Consiglio nazionale del notariato, è stato anche occasione per informare in materia di lasciti testamentari.

Come riferisce Lav, secondo i dati del Ministero della Giustizia e del Consiglio nazionale del notariato (2014), la propensione degli italiani a fare testamento (15%) è ancora di gran lunga inferiore a quella degli statunitensi (80%) e dei britannici (50%), nonostante si assista ad un incremento di oltre il 50% nei testamenti pubblicati in Italia dal 1989 al 2011. Un trend che trova riscontro nell’incremento del 10%, negli ultimi 10 anni, del numero di lasciti disposti in favore di Onlus. In tale quadro, attualmente, la legge italiana vieta di lasciare i propri risparmi o beni immobili agli animali domestici che ci hanno accompagnati nella vita, ritenendoli «beni di proprietà», e non soggetti giuridici.

È possibile però lasciare ad una persona o ad una fondazione che si prenda cura di loro quello che non spetta agli eredi legittimi. Come spiega il notaio bresciano Francesco Ambrosini, in Italia infatti gli animali possono diventare indirettamente beneficiari di un testamento: «Ci sono degli accorgimenti che permettono di fare dei lasciti sia in vita attraverso donazione, sia con il testamento, quindi dopo la morte. Si può indicare una persona fisica o giuridica (associazione o fondazione) a cui lasciare un “onere” che vincoli il soggetto a compiere quanto è stato corrisposto dall’attestatore. È sempre consigliabile, soprattutto quando si dà l’onere ad una persona fisica e non ad un’associazione, nominare un esecutore testamentario, un soggetto terzo che verifichi la corretta esecuzione delle disposizioni testamentarie del proprietario. Se la persona che dovrebbe occuparsi dell’animale venisse meno ai suoi compiti, le verrebbe tolto il lascito». «Oltre ad assicurare ai nostri animali un futuro sereno, il testamento in favore di una Onlus come la Lav è lo strumento per dare continuità ai valori di una vita, all’impegno per i diritti di tutti gli animali» dichiara Roberto Bennati, vicepresidente Lav.

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