Arcigay e Family Day Ora scatta la querela

Romani contro Gandolfini: «Omosessuale non significa pedofilo». E il caso finisce davanti a un giudice

Il presidente di Arcigay, Flavio Romani, ha fatto sapere di aver querelato per diffamazione Massimo Gandolfini, organizzatore del Family Day e portavoce del comitato «Difendiamo i nostri figli», che in diversi interventi in pubblico e su YouTube ha accusato l’associazione di approvare «la pedofilia».

«Ritengo che le sue parole infanghino in maniera irricevibile ed estremamente grave la storia, il buon nome e le persone di cui è fatta Arcigay», sottolinea Romani, che in una nota ripercorre la vicenda.

In pratica Gandolfini in alcune occaisoni avrebbe associato omosessualità e pedofilia. In un articolo avrebbe utilizzato anche il termine «femminiello», tra «58 termini per descrivere il genere introdotti da Facebook con “la consulenza di Arcigay” per l’Italia». Secondo il rappresentante degli omosessuali italiani, l’organizzatore del Family Day «travisa evidentemente» il senso della consulenza di Arcigay, poiché l’articolo «chiarisce senza ambiguità alcuna che la categoria “destinata a suscitare dibattiti” è quella del femminiello, identità tipica della tradizione napoletana. Ma Gandolfini al suo pubblico dice che la categoria in questione, approvata da Arcigay, sarebbe la pedofilia».

Questo «mette in cattiva luce il senso del lavoro che quotidianamente, da più di trent’anni, portiamo avanti in questo Paese per abbattere il pregiudizio e la discriminazione nei confronti delle persone gay, lesbiche e trans», protesta Romani: «La pedofilia è un reato che giustamente prevede punizioni pesanti, ma è prima di tutto una pratica aberrante che si accanisce su chi è più indifeso, provocando spesso traumi irreparabili. Il professor Gandolfini ha più volte affermato e fatto credere che Arcigay approvasse la pedofilia e di questo dovrà rendere conto all’autorità giudiziaria».

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