A Piacenza anche gli escrementi trovano spazio nel loro museo

Verrà presentato lunedì 27 aprile alle 10.30 a Milano, presso la Sala Biancamano del Museo della Scienza e della Tecnologia il Museo, udite udite, della merda.

La struttura espositiva è sorta da un'idea di Gianantonio Locatelli, proprietario di un'azienda agricola di Castelbosco, nel piacentino: un'azienda che ospita 2500 bovini destinati alla produzione di latte. Dalla gestione quotidiana dei capi, della loro produzione e dei loro rifiuti è sorta la necessità di trasformare l'azienda stessa in un progetto ecologico e industriale avveniristico. Dallo sterco viene oggi ricavato metano, concime per i campi, materia grezza per intonaco e mattoni attraverso sistemi di nuova concezione che, oltre a ridurre l'inquinamento atmosferico e la distribuzione di nitrati nel terreno, seguono un principio che ridisegna il ciclo della natura in un circolo virtuoso, restituendo ad agricoltura e allevamento l'importanza di sempre.

Accanto alla sede dell'azienda, all'interno di un castelletto ristrutturato appositamente, trovano spazio reperti, manufatti e opere d'arte di interesse estetico e scientifico: dagli scarabei stercorarii, considerati divini dagli egizi (simbolo del museo), a esempi di utilizzo dello sterco per la costruzione di architetture nelle più lontane culture del pianeta, dalle antiche civiltà italiche all‘Africa, passando per opere storico-letterarie come la Naturalis Historia di Plinio, fino alle ricerche scientifiche più attuali e alla produzione artistica che tocca l'uso e riuso di scarti e di rifiuti.

Il fondatore ha voluto così affiancare alla propria realtà produttiva anche una realtà espositiva in grado di essere anche una sorta di laboratorio ecologico che possa far riflettere sui possibili usi di un materiale che, volenti o nolenti, fa parte della quotidianità di tutti e proprio per questo deve essere pensato anche come risorsa da sfruttare, magari per produrre energia in maniera, inaspettatamente, pulita.

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