«I due inni di Bregovic sono identici»

Copiare se stessi non è reato. E affermare che un artista si affeziona al proprio repertorio è come annunciare un'ovvietà. Ma  Goran Bregovic ha copiato se stesso o no? Secondo alcune testate della Bosnia ed Erzegovina l'inno per i Mondiali di sci nordico sarebbe frutto di un copia-incolla da «Haidemo U Planine». È certo che le due canzoni condividono un destino: entrambe omaggio alle montagne ed inno ufficiale di una competizione sportiva. Nel primo caso le Olimpiadi Invernali di Sarajevo nel 1984, nel secondo i Campionati mondiali di sci nordico che debutteranno il 20 febbraio in val di Fiemme. Sembra però che condividano molto più di questo. Il compositore Armando Franceschini è lapidario: «In tutta franchezza, da un punto di vista della scrittura musicale, sono uguali. Cambia solo la tonalità»

di Micaela Sposito

Copiare se stessi non è reato. E affermare che un artista si affeziona al proprio repertorio è come annunciare un'ovvietà. Ma  Goran Bregovic  ha copiato se stesso o no? Secondo alcune testate della Bosnia ed Erzegovina l'inno per i Mondiali di sci nordico sarebbe frutto di un copia-incolla da  «Haidemo U Planine» (Andiamo in montagna) , canzonetta degli anni Ottanta proposta dai Bijelo Dugme, la rockband più famosa della Repubblica Federale Jugoslava di cui faceva parte Bregovic. È certo che le due canzoni condividono un destino: entrambe omaggio alle montagne ed inno ufficiale di una competizione sportiva. Nel primo caso le Olimpiadi Invernali di Sarajevo nel 1984, nel secondo i Campionati mondiali di sci nordico che debutteranno il 20 febbraio in val di Fiemme.
Sembra però che condividano molto più di questo. Il compositore  Armando Franceschini  - già direttore del Conservatorio Bonporti di Trento, autore di brani corali e sinfonici per l'Orchestra Haydn, nonché autore e arrangiatore per Dalla, Endrigo, Morandi, Paoli e Ron - è lapidario: «In tutta franchezza, da un punto di vista della scrittura musicale, sono uguali. Cambia solo la tonalità». Con due precisazioni per comprendere la questione fino in fondo: «Nel contesto del genere pop o rap, ne possiamo trovare molte altre uguali a questa. Una per tutte, "Papa nero" dei  Pitura Freska . L'autoreferenzialità della scrittura musicale è connaturata ad alcuni generi e i grandi artisti amano specchiarsi in ciò che hanno fatto». Come Gioacchino Rossini che ne «La Scala di Seta» riprese diversi temi composti da lui ed usati in altre occasioni; o Nino Rota che rivitalizzò le musiche scritte per il film «Fortunella» di De Filippo adattandole a «Il Padrino» di Coppola; o Franco Battiato il cui inedito «L'alieno» portato allo scorso Sanremo è simile a ben due canzoni dell'album «La voce del padrone» del 1981. «L'altro aspetto - continua Franceschini - riguarda la lealtà nei confronti di pubblico e critica. L'autoplagio è una contraddizione in termini e mai può considerarsi un reato, ma un artista deve avere il coraggio di dire che la sua "nuova" proposta è in realtà il "nuovo" arrangiamento di una precedente composizione». Infine una considerazione generale: «Sono un estimatore del genere e della personalità artistica di Bregovic. Ma più che la questione dell'autoplagio mi lascia pensare l'opportunità del suo ingaggio. Per un evento mondiale perché puntare su una musica così caratterizzata e radicata nella tradizione di un popolo, piuttosto che su una musica sovranazionale? Con i quasi 90.000 euro di Bregovic si poteva ingaggiare  Ennio Morricone , o altri».
Avremmo voluto sentire l'opinione del diretto interessato, ma si trovava in viaggio e poi in sala prove perché questa sera debutta allo Zenith di Parigi con Stephan Eicher, Selina O'Leary, Gogol Bordello e i Gipsy Kings. In sua vece la replica è arrivata dall'agente in Europa,  Mauro Diazzi : «Questione inesistente e ridicola. Noi siamo sereni perché è un brano originale e nessuno lo ha ancora ascoltato nella sua versione integrale».

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