Dpcm, sulle riaperture natalizie la Valle d'Aosta sfida il governo con una legge regionale

Alla vigilia di un nuovo dpcm che si annuncia come particolarmente restrittivo anche sulla libertà di movimento dei cittadini per un lungo periodo durante le festività natalizie, sale di tono lo scontro con le autonomie locali: la Valle d'Aosta, in particolare, passa dalle parole del duro confronto con Roma agli atti legislative in contrasto con una parte delle direttive centrali. Si preannuncia dunque un contenzioso pesante, perché la Regione autonoma ribadisce nelle nuove norme la prevalenza del proprio ordinamento, quindi delle proprie ordinanze in materia sanitaria, rispetto a quanto stabilito dal potere centrale con i vari dpcm del premier Giuseppe Conte.

Dopo le tensioni con il governo Conte sulla classificazione di zona rossa e sulla chiusura degli impianti sciistici, ora con una nuova legge regionale la Valle d’Aosta rivendica infatti la propria autonomia rispetto ai poteri statali nella gestione dell’emergenza sanitaria del coronavirus.

Sul ddl regionale, approvato con 28 voti a favore e 7 astensioni, la maggioranza di centrosinistra è andata divisa al voto: gli autonomisti (Alliance valdotaine, Stella Alpina, Union valdotaine e Vallée d’Aoste Unie) hanno votato a favore con i gruppi Lega e Pour autonomie, mentre i progressisti, con Pd, si sono astenuti.

La norma disciplina le «libertà di movimento dei cittadini, le attività economiche e le relazioni sociali, compatibilmente con le misure di contrasto alla diffusione del virus».

Prevede in particolare che la Regione intervenga tra l’altro sulle «aperture degli esercizi commerciali» e sulla «pratica dell’attività sportiva», analogamente a quanto fatto dalla Provincia di Bolzano nella scorsa primavera.

Rende anche possibile lo svolgimento di eventi e manifestazioni se «previsti da un’ordinanza del Presidente della Regione» e anche eventi ecclesiastici o religiosi. Viene anche istituita un'Unita di supporto e coordinamento per l’emergenza Covid-19.

Come a dire che l'ultima parola su aperture, chiusure e disciplina della prevenzione epidemica non spetta al governo centrale ma all'autonomia locale.

La Valle d’Aosta, inoltre, fa sapere che impugnerà l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza che ha riclassificato in zona arancione il Piemonte, la Lombardia e la Calabria, lasciando la regione alpina in zona rossa. Lo ha riferito il presidente Erik Lavevaz. «È quanto ho annunciato al ministro degli Affari regionali Francesco Boccia - ha riferito Lavevaz in Consiglio regionale - in risposta al suo invito di revocare la nostra ordinanza di riapertura del commercio al dettaglio».

Per parte sua, il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia ha invitato il presidente della Regione Erik Lavevaz a revocare l’ordinanza con cui martedì ha disposto la riapertura dei negozi di prossimità, in deroga alla zona rossa in cui la regione ancora si trova.

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