L'impatto di Covid sul bilancio della Provincia

Crollo delle entrate per 400 milioni di euro

di Domenico Sartori

Proroga a fine settembre della scadenza per firmare l'accordo per la concessione di A22. Velocizzazione dei tempi per l'utilizzo dell'avanzo di amministrazione della Provincia. Parificazione, per le aziende agricole, dell'emergenza Covid-19 ad una calamità naturale... Nel passaggio al Senato del decreto Cura Italia per la conversione in legge, la pattuglia di senatori trentini, Donatella Conzatti in testa, ha "portato a casa" alcuni emendamenti di rilievo. Ma non quello che dà garanzie sul riparto delle risorse per il Fondo di solidarietà del Trentino: una priorità, per il presidente Andrea Grosselli .
Crollo delle entrate.
La modifica al decreto proposta, in accordo con la giunta provinciale, da Conzatti (prima firmataria), Andrea de Bertoldi ed Elena Testor , dà la possibilità a Regioni e Province autonome di utilizzare nel 2020 la quota libera dell'avanzo di amministrazione dopo l'approvazione del rendiconto della gestione 2019, senza attendere il giudizio di parifica della Corte dei conti. Insomma, tempi più veloci. Ma quanto vale l'avanzo? «Ce lo dirà il rendiconto» risponde l'assessore allo sviluppo economico, Achille Spinelli «potrebbe superare i 100 milioni di euro». L'assessore chiarisce però subito una cosa: «L'avanzo ci servirà a fare stare in piedi il bilancio 2020 della Provincia, per il quale la ragioneria ha stimato un crollo delle entrate tra i 380 e i 400 milioni di euro. In questo contesto, tenere in equilibrio il bilancio con l'avanzo è già un miracolo. Lo dico a chi ci chiede di utilizzarlo per affrontare l'emergenza Covid».
Il virus: calamità naturale.
Un ulteriore emendamento del Cura Italia fornisce una interpretazione giuridica del Regolamento europeo relativo all'applicazione degli aiuti "de minimis" nel settore agricolo. Nella sostanza, per legge ci sarà un riconoscimento formale dell'emergenza Covid-19 come calamità naturale. Per le aziende agricole significa maggiori contributi e più garanzie sui crediti.
Emergenza Fondo si solidarietà.
Un ulteriore emendamento prevede di poter utilizzare residui della cassa in deroga destinati dal Jobs Act del 2015 ad azioni di politica attiva del lavoro (formazione e reinserimenti) per la cassa integrazione: «Si tratta di circa 3,5 milioni di euro» spiega Grosselli. Conzatti e colleghi non sono invece riusciti a far passare l'emendamento che permette al Fondo di solidarietà del Trentino di beneficiare del riparto dei fondi per la cassa integrazione previsti dal decreto Cura Italia. E qui si tratta di cifre ben più sostanziose: «Tra i 30 e i 50 milioni di euro» stima il presidente del Fondo. La senatrice Conzatti spiega: «C'è l'impegno a recepire la proposta appena possibile». L'assessore Spinelli conferma: «C'è una interlocuzione in corso con la ministra del lavoro Nunzia Catalfo e con l'Inps che nella prima fase ci aveva esclusi senza appello: ci saranno risorse adeguate per il nostro Fondo, che alla fine avrà una dotazione di 70 milioni di euro».
«La giunta si muova».
Il segretario della Cgil del Trentino, Andrea Grosselli , da presidente del Fondo di solidarietà è però preoccupato: «Le risorse dovrebbero arrivare con il Decreto Aprile. Ma la giunta provinciale deve assolutamente presidiare questo passaggio. È una priorità. Il Fondo ha oggi una dotazione di 14 milioni , più altri 8,5 per la cassa in deroga, per la quale ne dovrebbero arrivare altrettanti. Ma servono altri 30-40 milioni per garantire un reddito nei mesi di marzo ed aprile a chi lo ha perso causa Covid: almeno 30 mila persone. Va presidiata questa priorità. Se non ce li mette lo Stato, ce li dovrà mettere la Provincia».

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